Manifestazione dei lavoratori, ci sarà Confcommercio

Manifestazione dei lavoratori, ci sarà Confcommercio

Cacciatori: "La crisi rischia di investire anche le imprese commerciali della città"

“Abbiamo immediatamente aderito all’iniziativa dei Sindacati dei lavoratori – evidenzia il presidente Igino Cacciatori – poiché la Confcommercio è certamente vicina a tutte le maestranze, per il drammatico momento che le stesse stanno vivendo e nel contempo siamo piuttosto preoccupati per le ripercussioni che i licenziamenti e le chiusure di opifici che si stanno registrando, avranno sull’economia locale”. “Il problema infatti – sottolinea il presidente Confcommercio – non è solo quello degli effetti negativi che la chiusura della Manuli ed altre industrie potrà rappresentare anche sull’indotto diretto, fatto di tante piccole imprese e fornitori locali, ma anche su quello indiretto, rappresentato dalle stesse imprese commerciali della città, soprattutto dei settori più voluttuari, che, già di per se in crisi, vedrebbero diminuire ulteriormente ed inevitabilmente le loro vendite”.
“Già nel giorno di Ferragosto, ricorda Cacciatori – la Confcommercio, ha rinnovato la propria solidarietà agli operai della Manuli. Con il direttore Giorgio Fiori, mi sono recato in quel giorno festivo, presso lo stabilimento di Campolungo, intrattenendoci con gli operai che da giorni, “picchettavano” i cancelli dell’azienda”. A Cacciatori fa eco Giorgio Fiori, rilevando “che le forze politiche della città, per quanto possibile si stanno impegnando compatte su più fronti per salvare il salvabile ma che se ciò non approderà ad alcunché, le attività commerciali ne subiranno forse le conseguenze peggiori”. “Purtroppo – aggiunge Fiori – è calcolato che ogni piccola impresa del terziario, familiare e non, impiega mediamente tre unità e quando queste imprese sono costrette a chiudere, di per se non fanno notizia, ne si ingenera un allarmismo sociale, pur creandosi di fatto tanti nuovi disoccupati, che tra l’altro non possono beneficiare neanche di alcun ammortizzatore”. “Auspichiamo – conclude Fiori – che vi sia al più presto un’inversione di tendenza poiché il territorio del Piceno ha tante altre potenzialità, nel settore turistico e culturale, in grado se ben messe a regime, di creare economie alternative a quelle industriali e conseguentemente nuovi posti di lavoro”.