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Manuli, Ugl: lo stabilimento di Ascoli rimanga produttivo
«Nessun alibi per delocalizzare la produzione in Cina e lasciare 376 lavoratori disoccupati»
Lo fa sapere, in una nota, la segreteria provinciale Ugl Chimici. Un no secco, quindi, ad un intervento di CIGS a zero ore a stabilimento chiuso: «Non vogliamo rivivere il film della Ahlstrom. Ieri, a Roma, abbiamo incontrato finalmente Marchisio, l’Amministratore delegato della Manuli - fa sapere il comunicato Ugl - Gli abbiamo detto che la crisi in atto non è irreversibile, e il mercato di riferimento Manuli, anche se sotto tono, rimane e la domanda Europea ed Americana potrebbe riprendere sin dal 2010. La Manuli azienda Multinazionale sì, ma Italiana, non può prendere come alibi la crisi per delocalizzare la sua produzione in Cina e lasciare 376 lavoratori disoccupati ad Ascoli Piceno».
In questo delicato momento in cui cresce la mobilitazione dei lavoratori a difesa dell’occupazione, la UGL torna a spronare le Istituzioni a porre sul Tavolo del Ministero dello sviluppo economico la vertenza “Piceno” con grande determinazione.