Lavorano principalmente caffè ben ventuno imprese, mentre sono quattro rispetto all’anno precedente quelle che oltre al caffè lavorano, te e altri preparati per infusi e tre quelle che si occupano di tè e preparati per infusi.
Disaggregando il dato a livello provinciale emerge che è Ascoli Piceno la provincia con il maggior numero di imprese dedite alla lavorazione del caffè (8), mentre è soltanto una quella che lavora oltre al caffè, tè e preparati per infusi. Seguono, per numero di imprese attive nella lavorazione del caffè, tè e altri infusi le province di Macerata (9) imprese, Pesaro e Urbino (7) e Ancona (3).
Questo quanto risulta da un’indagine della Camera di Commercio di Milano i cui dati per le Marche sono stati elaborati dall’agenzia giornalistica Dalla A alla V.
A livello nazionale cresce l’interscambio di caffè e tè: 1,5 miliardi di euro per il caffè nel 2008 (+13,2% rispetto al 2007) e 46,7 milioni per il tè (+0,5%). In particolare, nel 2008 è stato importato caffè per un valore di oltre 900 milioni di euro ed esportato per 640 milioni (+17,9% l’import e +6,9% l’export in un anno).
Ma da dove arriva il caffè che viene lavorato in Italia? Il caffè non torrefatto e non decaffeinizzato viene importato principalmente dal Brasile (37,4%), dal Vietnam (14,5%) e dall’India (10,2%). Quello invece decaffeinizzato proviene quasi totalmente dalla Germania (96,7%). È svizzero invece il caffè torrefatto ( 44%) che arriva nel nostro Paese. Ma il caffè lavorato in Italia è apprezzato anche all’estero: nel 2008 l’Italia ha esportato caffè torrefatto per un valore di oltre 22 milioni di euro, destinato soprattutto a Stati Uniti (17,2%), Francia (16,5%) e Spagna (9,3%).