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Quaglietti: vogliamo incontrare Dardanio Manuli o lotta dura
Perché il 17 agosto ha impedito ai manutentori di entrare per preparare le macchine ?
Nello stesso tempo, ha sfruttato il territorio finchè poteva, costruendo un impero internazionale grazie anche al lavoro, al sacrificio, alle capacità di migliaia di operai e persone dell’Ascolano. Ora non può andarsene in maniera così gratuita, mettendo sulla strada 400 famiglie legate al lavoro della sua fabbrica e altrettante dipendenti dalle commesse nell’indotto.”
Lo afferma Andrea Quaglietti, delegato RSU alla Manuli per il Sindacato dei Lavoratori ( organizzazione da molto tempo maggioritaria in azienda), e membro del Coordinamento nazionale dello stesso SDL. “Secondo alcuni la Manuli tornerebbe ad aprire lo stabilimento a fine agosto – dice Quaglietti – ma allora perché il 17 scorso ha impedito ai manutentori di entrare per preparare le macchine in grado di riavviare la produzione di tubi, nella divisione Idraulica ?
E perché non tratta e chiude la porta a qualsiasi intesa per il futuro della fabbrica, dopo l’annuncio della mobilità ?
La verità - aggiunge il sindacalista SDL – è che il gruppo milanese ha voluto che tutto andasse nel peggiore dei modi, in queste ultime settimane, lasciando che il 3 agosto scorso partisse il periodo dei 75 giorni precedenti all’avvio della mobilità per 375 dipendenti, e quindi poi il licenziamento.”
A questo punto, Andrea Quaglietti, leader di una protesta che molti sanno ormai si sta estendendo ben oltre i confini della fabbrica – dove peraltro continua il presidio permanente e molti TIR sono bloccati all’interno – fa una richiesta precisa : “Noi vogliamo incontrare direttamente il proprietario dell’azienda, quel Dardanio Manuli che mai prima d’ora s’è degnato di farlo.
Ci deve dire di persona qual è il futuro dello stabilimento di Ascoli. Nel caso non lo facesse la lotta diventerà ancora più dura. E questo anche perché le conseguenze sarebbero drammatiche non solo per la nostra fabbrica ma per tutto il comprensorio piceno ”.