Quaglietti, non siamo irresponsabili ma le macchine non si toccano
perché c'era necessità, quando i lavoratori anziani hanno dovuto fare il turno 6 x 6 perché l'azienda aveva un momento di crisi, hanno rinunciato anche a vantaggi economici. Oggi l'azienda agisce con arroganza padronale.
C'è stata una mala gestione voluta per arrivare a questa situazione. E pensare che dal 2003 al 2006 ha incrementato la produzione del 30%. Nel 2008 il bilancio si è chiuso con un attivo netto di 42 milioni di euro. Senza dire che solo la mala gestione dei dirigenti ha fatto aumentare gli scarti. Questa è un'azienda che per la professionalità che hanno i lavoratori può andare avanti da sola, senza manager. Noi non vogliamo fare azioni eclatanti, ma non premetteremo che le macchine vengano portate via, le nostre famiglie se le sono sudate».
Il salone dei congressi della Camera di Commercio di Ascoli era gremito di lavoratori dell'azienda e amministratori pubblici: sindaci, consiglieri comunali e provinciali, assessori regionali, parlamentari e le organizzazioni sindacali convocati d'urgenza dal sindaco Guido Castelli e dal presidente della Provincia Piero Celani. Intanto su richiesta di più parti i presidenti dei consigli comunale e provinciale Umberto trenta e Armando Falcioni hanno convocato un consiglio congiunto aperto sul tema Manuli e crisi del territorio che si svolgerà martedì 11 agosto presso la sala della Ragione del palazzo dei Capitani.
«Questa chiusura dell'azienda – dice l'assessore regionale Fabio Badiali – è ingiustificata e criminale. Lunedì pomeriggio ho saputo da sindaco Guido Castelli e dal consigliere regionale Tonino D'Isidoro questa notizia ma non riuscivo a credere a quanto mi si stava dicendo.
Ritengo un atto criminale il non volersi sedere intorno ad un tavolo da parte dell'azienda vista la procedura di mobilità avviata che prevede un iter di 75 giorni ma in mezzo ci sono 30 giorni di ferie. La Manuli non ha più a cuore questi lavoratori e questo territorio.
Le istituzioni si stanno muovendo e lo fanno al di là del colore politico perché è in ballo la sopravvivenza . Occorre stare dalla parte giusta che è quella dei lavoratori. Regione, Comune e Provincia sono unite per un unico obiettivo, speriamo la stessa sensibilità anche dal governo nazionale, perché l'azienda ha un disegno: delocalizzare».
E l'assessore Badiali informa la sala dell'incontro che si è tenuto ieri mattina tra il presidente della Regione Gian Mario Spacca e l'amministratore delegato della “Manuli Rubber Industries” Roberto Grandi.
Dai lavoratori la richiesta dei particolari dell'incontro e gli esiti. Nulla di nuovo sotto il cielo l'Ad di Manuli ha recepito quanto Spacca ha detto e ha scritto, prima ai ministri Scajola e tassoni, poi con lettera riservata allo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi perchè la crisi di Ascoli e della Manuli diventi un tavolo di crisi nazionale come avviene per Emilia Romagna e Lombardia.
Roberto Grandi riferirà alla proprietà la situazione che si è creata e la grande fermezza delle istituzioni ad ogni livello a favore dei lavoratori, contro i licenziamenti e la delocalizzazione. «Occorre far capire all'impresa – dice Badiali – che nessuno scherza, che i lavoratori picchettano perché in quella fabbrica c'è 40 anni di sudore dei lavoratori e chi ha usufruito di finanziamenti pubblici non può delocalizzare».