per aprire un tavolo di confronto nazionale e scongiurare una decisione irresponsabile, che rischia di mettere in ginocchio la comunità del Piceno.
“E’ assolutamente indispensabile – aggiunge - che la vicenda assuma immediatamente una priorità di carattere nazionale, sia per le enormi dimensioni delle conseguenze occupazionali e sociali, che per le ampie possibilità di intervento su scala nazionale dei Ministeri al Welfare ed allo Sviluppo economico. Si tratta, infatti, di una decisione aziendale sconcertante che desta grandissima preoccupazione per gli effetti sull’occupazione e sulla tenuta sociale di un intero territorio, il Piceno, già duramente colpito dalla crisi del ciclo economico nazionale e internazionale”.
Il presidente sottolinea che lo stabilimento è un patrimonio occupazionale, sociale ed economico che “va difeso e salvaguardato ad ogni costo, per difendere il lavoro e la coesione sociale di questo territorio. E’ necessario attivare, dunque, ogni iniziativa per contrastare una decisione aziendale inaccettabile ed evitare così il rischio di chiusura di uno stabilimento storico per Ascoli Piceno e le Marche”.
A questo proposito, Spacca sottolinea “ancora una volta” l’urgenza di attivare l’Accordo di programma specifico per questo territorio (Intesa per il rilancio produttivo ed occupazionale della Val Vibrata-Vallata del Tronto Piceno).
“Un Accordo – aggiunge - già definito nelle sue linee di indirizzo attraverso l’impegno della Regione Marche, degli Enti locali, delle forze sociali ed economiche, ma di cui “il Ministero allo sviluppo economico non ha dato seguito con dotazioni finanziarie e misure di intervento finalizzate”.