Oggi alle 10 in Regione, nel vertice convocato dal presidente Gian Mario Spacca, si potrebbe avere un primo segnale: positivo, se l'azienda che è stata invitata sarà presente.
«Conosciamo nome, cognome e indirizzo dell'imprenditore stavolta – dice il presidente della Provincia Piero Celani- non è una multinazionale.
E' un'azienda che ha fatto la storia della città, ha contato anche 1.000 dipendenti un tempo, qui ha tratto profitto che poi ha potuto investire in modo diversificato e in altre parti del mondo. Deve quindi qualcosa ad Ascoli e gli ascolani devono a Manuli. Non può andarsene così.
Io ho parlato personalmente con la società e so che la parte che ritengono produttiva è quella dei “tubi oil”, ma allora non abbandonino lo stabilimento e investano su quella produzione innovando. Se ci fossero 150 esuberi si potrebbero compensare con ammortizzatori sociali in attesa di riassorbirli». La vicenda Manuli con gli operai che bloccano il traffico sull'asse attrezzato è il “sale sulla coda” della politica locale e regionale. Ma c'è anche il governo nazionale.
L'onorevole Ignazio Abrignani, capo di gabinetto del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola è piombato ad Ascoli su richiesta degli amministratori locali. «Occorre che le istituzioni, Comune e Provincia – dice Abrignani – facciano istanza al governo per un tavolo di crisi sul quale porre le istanze del territorio. Ci sono diverse possibilità.
Una tra queste è il rifinanziamento della legge n. 46 per i distretti in crisi. Nelle Marche rientra la zona di Fabriano con la Merloni, ma i confini non sono poi così stretti. Occorre però agire in fretta perché le risorse non sono infinite.
Occorre che l'imprenditore presenti un progetto sula riconversione industriale puntando sull'innovazione tecnologica e potrà contare sul 75% dell'ammontare della spesa che verrà concessa dalla Cassa Depositi e Prestiti con mutuo ventennale e a tassi bassissimi, un 10 o 15% arriverà tramite contributo dal governo, il resto è a carico dell'impresa».
Rifinanziati anche i contratti di programma, un ulteriore benefit per un territorio in crisi. Eppoi c'è la zona franca che potrebbe rappresentare una novella Cassa del Mezzogiorno. Ascoli in un primo tempo non era rientrata nei parametri poiché venivano considerati i dati occupazionali aggregati e del 2007. Ora il sindaco di Ascoli e il presidente della Provincia stanno lavorando perché il territorio possa contare anche su questa zattera di salvataggio.
Su queste dinamiche la consegna del documento di riattivazione del tavolo interministeriale per il contratto di programma “Val Vibrata-Valle del Tronto”.
E Celani rispolvera anche il vecchio contratto di programma industriale del Piceno Consind che ha ancora margini di funzionamento. Circa 12 milioni di euro possono arrivare in “zona” Carbon, altri milioni possono essere riversati su altre emergenze territoriali.
E per giovedì alle 16,30 il salone dei congressi della Camera di commercio avrà un parterre che ha i connotati dell'emergenza. Invitati da Castelli e Celani tutti i sindaci del territorio, organizzazioni sindacali e datoriali, i rappresentanti delle opposizioni nei consigli comunale e provinciale.
La posta in ballo è oltremodo alta.
E il presidente della Provincia con il sindaco di Ascoli spronano se stessi, governo e regione per accelerare dal punto di vista burocratico tutti quei progetti che ancora sonnecchiano: Salaria, Mezzina, Sgl Carbon Polo universitario e il resto, facendo squadra per vincere la sfida di superare la sopravvivenza e avviarsi verso un nuovo sviluppo.