finlandese, chiuso da oltre un anno, con 200 operai rimasti senza lavoro. Lo si apprende da una lettera della struttura Crisi di impresa del ministero dello Sviluppo economico. Il ministero ha inviato la missiva il 26 maggio alla società e all'ufficio legale che la rappresenta, e, per conoscenza, alla Regione Marche, alla Provincia e a tutti gli altri enti interessati alla vertenza. "Prendiamo atto con rammarico - dice la lettera del Mse, resa nota dalla Provincia - della vostra ennesima indisponibilità a partecipare all'incontro propostovi". Un confronto che aveva l'obiettivo "di valutare le possibili misure dirette al riutilizzo industriale del sito di Ascoli Piceno ed alla rioccupazione dei lavoratori", così come prevedeva un protocollo di intesa messo a punto dal Mse, "strumento necessario ad avviare azioni di attrazione di nuovi investitori".
A febbraio la Ahlstrom aveva ufficializzato lo stop a ogni trattativa sulla cessione, compresa quella con un fondo di investimento cinese, e la volontà di sgomberare il sito e vendere i macchinari a società di paesi emergenti. Poi però si era aperto uno spiraglio per la ricerca di un interlocutore "idoneo a utilizzare sul piano industriale lo stabilimento", lo ricorda oggi il presidente della Provincia di Ascoli Massimo Rossi, spiraglio che ora appare sfumato. "Un atteggiamento di chiusura e indifferenza" censurato da Rossi, che, afferma il presidente uscente, "scredita l'impegno profuso dalle Istituzioni per un positivo sbocco della vicenda". L'auspicio è che gli impegni vengano comunque mantenuti, anche per evitare "nuove e preoccupanti tensioni sociali".