In un anno i disoccupati marchigiani salgono da 19 a 31 mila
mila i nuovi disoccupati. Gli occupati sono 23mila in meno, soprattutto nei servizi. Il tasso di disoccupazione passa dal 2,7 di un anno fa all'attuale 4,5%, facendo scendere le Marche dal terzo all'ottavo posto fra quelle con la disoccupazione più bassa. «Se fino ad oggi vantavamo un livello di disoccupazione pari alla metà della media nazionale - secondo le organizzazioni artigiane - ormai siamo vicini ai valori nazionali, che si attestano al 6,1%. In crescita rispetto a un anno fa sia la disoccupazione maschile (da 1,6 a 3,4) sia quella femminile (da 4,2 a 6,0). Complessivamente i disoccupati marchigiani passano da 19 a 31mila».
Più che raddoppiato anche il numero di coloro che sono in cerca del loro primo lavoro: da 3 a 8mila. Colpisce anche la diminuzione degli occupati: da 671mila a 649mila (23mila in meno). «Un calo addebitabile per intero al settore dei servizi - a giudizio di Cna e Confartigianato - che perde 38mila addetti di cui 11mila nel commercio».
Positivo invece il dato delle imprese manifatturiere e produttive, riferito però alla fine di settembre, quando gli effetti della crisi non si erano ancora manifestati appieno. Gli occupati nell'industria passano da 251mila a 265mila (più 15mila), mentre perde 4mila occupati l'edilizia, che sconta la crisi del mercato immobiliare. Nell'analisi delle associazioni artigiane, le difficoltà della grande industria sono contenute dalla micro e piccola impresa e dall'artigianato che registrano un aumento del numero delle imprese sia degli occupati. Gli artigiani sono più di 52mila ed hanno alle loro dipendenze 80mila addetti. Per Cna e Confartigianato serve «un vero e proprio patto di lungo periodo tra istituzioni, imprese e banche».