L80% delle imprese edili prevede una stretta sul credito ed il 75% nel settore della manifattura
degli imprenditori in ordine alle previsioni sull’andamento aziendale e alla concessione di crediti. Un sondaggio della CNA lanciato nei giorni scorsi in Emilia Romagna, che è stato “importato” come test anche dalla Confederazione di Pesaro e Urbino, conferma su scala provinciale che il sentimento degli imprenditori marchigiani è simile a quello dei cugini romagnoli, seppure con sfumature diverse. Una percezione diffusa di pessimismo c’è in particolare sulle piccole e medie imprese “eccellenti” associate alla CNA, in particolare quelle tra i 4 e i 30 addetti.
E qui arrivano le prime sorprese. Se in Emilia Romagna un imprenditore su quattro (il 75%), prevede ripercussioni sull’andamento della propria azienda, a Pesaro e provincia si arriva ad oltre il 90% e dunque quasi 4 su 4 titolari di attività imprenditoriali che cominciano ad intravedere per la propria azienda un calo di ordini, dei consumi di beni e servizi e soprattutto di aumento delle insolvenze (soprattutto nel settore del mobile). Il sondaggio (una quarantina le imprese di vari settori interpellate), rivela contemporaneamente un forte irrigidimento delle banche di fronte alla richiesta di credito con in testa il settore manifatturiero, seguito da quello delle costruzioni.
In entrambi i casi la percezione del restringimento dei cordoni della borsa da parte degli istituti di credito è ormai suffragata da atteggiamenti reali da parte delle banche nei confronti delle imprese pesaresi, e non parliamo solo di quelle in difficoltà. A Pesaro e provincia il “sentimento” di difficoltà è più pesante che nella vicina Emilia Romagna. Il settore delle costruzioni e quello manifatturiero la pensano più o meno allo stesso modo. L’80% delle imprese edili prevede infatti una stretta sul credito ed il 75% nel settore della manifattura.