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Ugo Ascoli: dall'Europa la soluzione per A.Merloni
Individuato un fondo europeo, il FEG che assiste i lavoratori in difficoltà
2007 per le politiche attive del mercato del lavoro, che può erogare complessivamente fino a 500 milioni di euro all’anno. E’ un Fondo nuovo e come tale ancora poco utilizzato, quindi possiamo sperare in un buon stanziamento. Contiamo di attivarci da subito presso il Ministero del Lavoro che deve presentare formale richiesta come Stato membro, ma abbiamo bisogno di una fotografia della situazione attuale che interessa anche l’indotto».
Sono le parole dell’assessore regionale al Lavoro, Ugo Ascoli che propone questo strumento finanziario europeo per il sostegno ai lavoratori coinvolti nella crisi dell’Azienda fabrianese “Antonio Merloni” e dell’indotto che opera in altri territori della provincia di Ancona, Macerata e Perugia.
Se ne è parlato ieri in una riunione tecnica con gli assessori provinciali al Lavoro di Ancona e Macerata, Maurizio Quercetti e Daniele Salvi, l’assessore regionale alle attività produttive dell’Umbria, Mario Giovannetti e i tecnici regionali e provinciali. La riunione, convocata da Ugo Ascoli, era importante anche per affrontare il tema della riqualificazione ed esaminare varie possibilità di percorsi formativi per alcune migliaia di lavoratori che potrebbero essere colpiti dalla messa in esubero.
«L’Azienda ‘Antonio Merloni’ – ha sottolineato Ascoli – dovrebbe fornire un dossier completo sia sul numero dei dipendenti che andranno in mobilità, sia di quelli che lavorano nelle aziende sub fornitrici, sia sulla loro composizione: dall’età alla residenza, al titolo di studio, all’anzianità di servizio, per aver il maggior numero di informazioni a disposizione e poter impostare un efficace piano formativo e di riorientamento lavorativo».
Il FEG, Fondo di adeguamento alla Globalizzazione, può finanziare politiche attive per il mercato del lavoro, rivolte esclusivamente ad aiutare i lavoratori colpiti da esuberi. Il Fondo è destinato ad integrare il sostegno fornito dai datori di lavoro interessati e dalle amministrazioni nazionali in termini di misure attive a favore dell'occupazione e non di ammortizzatori sociali. Finalità principale, infatti, è l’assistenza nella ricerca di un impiego, l’orientamento professionale, la formazione e la riqualificazione su misura, nonché l’assistenza per la ricollocazione professionale e la promozione dell’imprenditorialità o l’aiuto alle attività professionali autonome . Il FEG non contribuisce quindi alla ristrutturazione di imprese o di settori industriali; l’assistenza comunque non è limitata ai lavoratori dell'impresa o del settore principale in difficoltà, ma allargata ai fornitori di un'impresa con esuberi, a loro volta in crisi. Il Fondo si rivolge sia ai lavoratori delle PMI, che delle grandi aziende e delle multinazionali.
«Ecco quindi le pre-condizioni – chiarisce Ascoli - che ci danno una speranza in più, perché questo Fondo comunitario appare come lo strumento più idoneo alle esigenze di questo settore in crisi. Alle risorse del FEG – ha concluso - potranno aggiungersi le risorse statali e quelle ormai comunemente impiegate del Fondo Sociale Europeo (FSE), risorse che ci permetteranno di affrontare con più margini di azione questa grave situazione».