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Cgil "Diritti in piazza", altissima partecipazione alla manifestazione
In 1.500 a Pesaro, 900 a Macerata, 500 sia ad Ascoli Piceno che a Fermo
C'erano insegnanti, pensionati, studenti e lavoratori dell'industria a protestare oggi ad Ancona contro la politica economica del Governo nella manifestazione indetta contemporaneamente dalla Cgil in 150 piazze italiane. Circa 1.500, secondo la Camera del Lavoro, i partecipanti (altrettanti a Pesaro, 900 a Macerata, 500 sia ad Ascoli Piceno che a Fermo).
"Occupazione, perdita del potere d'acquisto di salari e pensioni, e il conseguente disagio sociale dei lavoratori e dei giovani sono le vere emergenze del paese - ha detto Marco Manzotti, segretario della Cgil di Ancona -. A essere penalizzate non sono solo le aree più deboli come quelle del Mezzogiorno, ma anche la nostra regione e la nostra provincia, come dimostra l'aumento del ricorso alla Cig nel primo semestre di quest'anno, più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno". "Sono oltre 3.000 i posti a rischio nel Fabrianese a causa della crisi dell'Antonio Merloni - ha aggiunto - sostanzialmente equivalenti agli esuberi dell'Alitalia, cui vanno aggiunti quelli dell'indotto (circa 2.000). Le forze sociali e produttive, con le istituzioni locali, devono trovare le soluzioni per fronteggiare questa situazione, ma anche cercare un nuovo modello di sviluppo".
"In un paese 'normale' - ha osservato Gianni Venturi, segretario della Cgil Marche - le risorse pubbliche vengono utilizzate per ridurre le tasse su pensioni, lavoro dipendente e tariffe. In Italia si fa il contrario, tagliando i servizi. Un'operazione folle, particolarmente grave per quanto riguarda la scuola, che coi tagli previsti non avrà più futuro". "E' in atto - ha proseguito - un tentativo di ridimensionare la Cgil, e di costruire da parte del Governo un consenso basato sulla divisione del lavoro, mettendo studenti contro insegnanti, giovani contro anziani, italiani contro immigrati, dipendenti pubblici contro dipendenti privati. A questo gioco al massacro non ci stiamo. Come Cgil, abbiamo deciso di riportare nelle piazze italiane le ragioni e i diritti del mondo del lavoro, ma l'abbiamo fatto su una piattaforma unitaria con Cisl e Uil. Riteniamo l'iniziativa odierna il primo passo di un percorso per costruire insieme una manifestazione nazionale per combattere le politiche sociali del governo".
"Ogni mattina - ha raccontato Claudia Mariani, dipendente dell'A. Merloni - andiamo al lavoro e dopo qualche ora ci dicono di ritornare a casa, perché mancano i componenti per montare gli elettrodomestici, paradossalmente già venduti, ma impossibili da terminare, perché i fornitori non pagati da mesi si rifiutano di mandarceli. Vorrei riversare la mia rabbia contro chi in questi 30 anni si è arricchito col nostro lavoro: una classe dirigente senza spina dorsale, che si è adagiata sul terziario e sugli appoggi politici".. "In 50 mila nella sola Emilia Romagna con 20 mila persone a Bologna mentre per le vie di Napoli - precisa - hanno sfilato in corteo 30 mila persone, 20 mila al corteo di Palermo e sempre in Sicilia 6 mila alla manifestazione di Catania e 4 mila a quella di Messina". A Roma - si legge ancora nel comunicato - in 15 mila hanno seguito a Piazza Farnese il comizio di Guglielmo Epifani mentre a Genova da questa mattina "in 10 mila hanno aderito alla manifestazione che si sta tenendo a piazza Caricamento" e a "La Spezia sono in 5 mila".
Nei nove capoluoghi della Toscana "partecipano circa 20 mila lavoratori", a Reggio Emilia "sono scesi in piazza in 5mila, in Puglia, a Bari, oltre 3 mila lavoratori e 5 mila a Taranto". "Grande partecipazione anche in Basilicata, dove a Potenza stanno manifestando in 3 mila, in Umbria a Perugia si contano circa 3mila lavoratori". Le manifestazioni - ricorda infine la nota - proseguiranno per tutta la giornata ed in alcune città, come Milano, inizieranno, nel pomeriggio.