Imprese, poche quelle "rosa" nelle Marche

Imprese, poche quelle "rosa" nelle Marche

Tra dicembre 2003 e dicembre 2007 si è verificato un incremento di appena il 6%

Nelle Marche, infatti, alla fine del 2007 le imprese femminili attive registrate non raggiungono le 40mila unità, rappresentando poco più del 24% di tutto il sistema d’impresa costituito da oltre 160mila imprese. Il mondo dell’imprenditoria femminile cresce dunque a fatica considerando che le imprese gestite dalle donne sono aumentate, tra dicembre 2003 e dicembre 2007 si è verificato un incremento di appena il 6%. Tuttavia è pari al 4% la crescita del totale delle imprese e, dopo quattro anni, il saldo delle aziende è di 5.248 unità, mentre quello delle imprese in rosa è pari a 2.221 unità. Questo quanto risulta da un’indagine svolta dall’agenzia giornalistica Dalla A alla V su dati dell’Osservatorio sull’imprenditoria femminile di Unioncamere-Infocamere.

Il lieve aumento di presenza femminile nell’impresa si segnala anche nel resto d'Italia
I dati rivelano, infatti, che le donne che rivestono cariche nelle imprese sono oltre 2 milioni, pari al 26,64% delle persone che detengono incarichi aziendali. Rispetto al 2003, l’incremento delle donne al vertice d’impresa è stato superiore a quello medio: +2,75% contro l’1,84% complessivo. Attualmente, nella cabina di regia delle aziende italiane, siedono 140.118 tra amministratori delegati, amministratori unici, consiglieri delegati, presidenti di consiglio di amministrazione e presidenti di consorzio con la gonna, pari al il 20,7% del totale. Rispetto al 2003, sono aumentate soprattutto le amministratrici uniche (oltre 26mila in più), quindi le donne a capo dei Cda (quasi 2.600 in più). Procede anche l’incremento delle donne nelle cariche gestionali: dei 37mila incarichi d’impresa a fine dell’anno scorso, 5.300 sono stati affidati a donne manager, che rappresentano oggi 6% dei direttori generali, il 18% dei direttori ed oltre il 15% dei direttori tecnici.
Se i tassi di femminilizzazione, ovvero la percentuale di imprese femminili sul totale, più elevati si registrano ancora in settori più tradizionalmente caratterizzati dalla presenza delle donne come altri servizi pubblici, 49,34%; sanità e altri servizi sociali, 41,95%; alberghi e ristoranti, 33,65% e agricoltura, 29,30% resta forte la tendenza da parte delle imprenditrici ad “invadere” anche ambiti tradizionalmente appannaggio degli uomini. Le variazioni percentuali più elevate si registrano infatti nella produzione di energia (+59,39%) e nelle costruzioni (+34,50%), oltre che nella sanità (+34,53%). Bene anche i servizi alle imprese e attività immobiliari (+24,74%) e i trasporti (+23,32%).Rallenta l’incremento delle imprese manifatturiere (+1,15%) e di quelle del commercio (+4,01%). Si riduce ulteriormente l’agricoltura (-4,74%), ma ad un ritmo meno insistito di quanto avvenga nel complesso delle imprese (-6,70%).
La stragrande maggioranza delle imprese femminili (1.168.311) è stata costituita dopo il 1980 e oltre 430.000 nel decennio 1990-1999. 901 sono le imprese guidate da donne iscritte al Registro Imprese prima del 1940. Le più “mature” appartengono al settore del commercio. Risalenti invece al 1940-1949 sono poi 1.288 aziende, le più numerose delle quali operano nelle attività immobiliari. Al decennio successivo appartengono 4.598 imprese, delle quali 1.853 operano nel commercio, che nel complesso risulta essere è il settore imprenditoriale femminile più longevo.
Una caratteristica dell’imprenditoria femminile è il grande numero di imprese individuali. Il ricorso a questa forma giuridica risulta comunque stabile nel tempo. Tra il 2003 ed il 2007, infatti, le imprese individuali femminili sono passate da 867.607 a 868.299, con un incremento di solo lo 0,08%. Al contrario, le società di capitali hanno conosciuto un vero “boom”, passando da 62.000 a 113.887, con un aumento dell’83,69%. Aumenti consistenti riguardano anche i consorzi (+39,09%), le “altre forme” (+15%), le cooperative (+13%) e le società di persone (+6%).
Particolarmente significativo il contributo delle donne non italiane all’espansione delle ditte individuali guidate da donne. Le cinesi si confermano di gran lunga le più numerose (sono oltre 11mila, in crescita addirittura del 111% rispetto a cinque anni fa), seguite dalle marocchine (3.438 unità) e dalle rumene (3429 unità).