Maricoltura, ridefinite le aree per lo sviluppo

Maricoltura, ridefinite le aree per lo sviluppo

Le Marche, caso unico in Italia, hanno dal 2005 un Piano di regolamentazione del settore

nell’allevamento di molluschi, per cui è necessario il rilascio di concessioni demaniali marittime. La Regione, caso unico in Italia, si è dotata sin dal 2005 di un Piano di regolamentazione del settore. “Lo scopo – dichiara il vice presidente e assessore alla Pesca, Paolo Petrini – è garantire uno sviluppo equilibrato della mitilicoltura in grado di integrarsi in maniera sostenibile con le altre realtà socio-economiche presenti, quali la pesca tradizionale, la navigazione e le attività diportistiche”.
Un Piano che finora ha funzionato ma, per motivi legati alla sicurezza della navigazione ed evidenziati dalle Capitanerie, si è resa necessaria una revisione. “Questa programmazione delle attività di concessione – continua Petrini – appare ancora più importante se si considerano gli incentivi provenienti dai fondi comunitari FEP per la pesca, i quali offrono un 40% di contributo a fondo perduto per investimenti su impianti e imbarcazioni nel settore dell’acquacoltura”.
Di seguito le differenze rispetto alla zonizzazione precedente. Nel compartimento marittimo di Pesaro è stata soppressa la zona appena a sud di Fano a causa della presenza di condutture sottomarine. Nel compartimento di Ancona, soppresse tutte le aree a nord di Falconara Marittima, principalmente per motivi di sicurezza legati all’ingresso al porto di Senigallia e per la presenza della raffineria Api, oltre che alla presenza di due grandi impianti di mitilicoltura già esistenti; ridotta di dimensioni la zona vicino all’area antistante la foce del Musone; traslata leggermente a sud, invece, la zona di fronte a Porto Recanati. Nel compartimento di San Benedetto del Tronto, è stata dimezzata la zona dinanzi all’abitato di Porto S. Elpidio a causa della presenza di condotte sottomarine; cancellata la zona prossima all’imboccatura del porto di Porto S. Giorgio; ridotta di circa la metà la zona tra Pedaso e Cupra Marittima a causa della presenza di una condotta sottomarina e della relativa piattaforma di perforazione; eliminata del tutto la zona di fronte a Grottammare sempre a causa di condotte sottomarine asservite a piattaforme; per compensare la riduzione di spazi utili in questo compartimento, è stata individuata una nuova zona, collocata tra gli abitati di Porto S. Giorgio e Porto S. Elpidio.
Nel complesso, a fronte di una superficie disponibile di circa 100 km quadrati della vecchia zonizzazione, ora si avrà una superficie di circa 81 kmq, che resta, comunque la massima possibile concessa dalle tre capitanerie.