Caro gasolio, la Confcommercio scrive al Ministro Zaia

Caro gasolio, la Confcommercio scrive al Ministro Zaia

Prosegue "lo sciopero del prosciutto" con il ritiro dal mercato dei suini per le Dop

E così in attesa di svolgere un confronto più diretto con il ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia, la stessa Confcommercio ha inoltrato una accorata nota allo stesso ministro.
«Il prolungato protrarsi della protesta dei pescatori – si legge nella nota della Confcommercio a firma del Segretario della Federazione Nazionale Pubblici Esercizi (FIPE) – e, in più, il paventato ricorso a un prolungato e indiscriminato “fermo pesca” potrebbero rivelarsi fatali per due ordine di motivi: la carenza di prodotto italiano, con inevitabili rinunce da parte del consumatore specie in un contesto di scarsa liquidità, trascinerebbe l’aumento dei prezzi del pescato estero (Croazia e Tunisia, in particolare), del prodotto di allevamento e persino del “surgelato” globale, con il risultato della possibile scomparsa dell’offerta di tipicità marinara alla base di migliaia di menù caratterizzanti ristoranti di tutte le aree del Paese; l’altro effetto fortemente negativo è ascrivibile al recupero differito dei prodotti nazionali nei mercati, che potrebbe danneggiare di riflesso la filiera ittica, dando vita a veri e propri fenomeni di stagflazione (stagnazione e inflazione ndr.) del settore».
«Signor Ministro – continua la nota della Confcommercio – a nome di tutti i ristoranti italiani, è sincero  auspicio della Confcommercio che le potreste vengano revocate con urgenza e che il “fermo pesca” venga attuato con le necessarie differenziazioni temporali e fra compartimenti marittimi, raggiungendo in tal modo lo scopo di uno sforzo complessivo della riduzione del pescato, limitando i disagi degli utilizzatori professionali del prodotto e del consumatore finale. E’ altrettanto forte l’auspicio, conclude la nota – che su tali questioni, che interessano primariamente i consumatori, arbitri del destino delle imprese da noi rappresentate, Ella voglia accogliere una nostra delegazione ad hoc per poter esporre adeguatamente tali punti di vista e possibilmente addivenire ad una soluzione equa e proficua per tutte le parti in causa».

 

Continua lo "sciopero del prosciutto"
Prosegue la mobilitazione degli allevatori di suini a tutela della redditività dei loro prodotti, a cui ha aderito anche Suinmarche. «I nostri maiali sono pagati una miseria - spiega il presidente di Suinmarche Enrico Salvadego in una lettera al governatore Spacca e all'assessore all'agricoltura Petrini - ogni suino a peso vivo viene acquistato ad 1,20 euro al kg, mentre il costo di produzione si aggira intorno a 1,50-1,60 euro al kg. Una perdita di redditività che pone in seria difficoltà la sopravvivenza dell'intero settore". Settore che, seppure nelle Marche sia di modeste dimensioni rispetto alle regioni del nord Italia, mostra comunque una certa vivacità legata alle aziende di trasformazione alimentare, alla tradizione agricola ed enogastronomica, al circuito produttivo in cui l'allevamento, specie quello suino, si colloca a pieno titolo.
Sospesa la prima fase della protesta, con il ritiro dal mercato dei suini per le Dop, si è aperta una fase di discussione e concertazione con le altre parti della filiera e con il ministro Zaia, che ha portato alla stesura di una piattaforma. Di concerto con l'Anas (Associazione Nazionale Allevatori Suini) e con il sostegno delle principali organizzazioni agricole (Confagricoltura, Coldiretti e Cia) Suinmarche chiede l'appoggio "delle istituzioni e dell'intera cittadinanza a sostegno di una protesta che tutela gli allevatori e non solo».