Petrini: «Disponibili 22 milioni nel triennio 2008/10»
diversificazione produttiva verso nuove attività rurali, come agriturismo e fonti rinnovabili. Sono gli obiettivi del Piano regionale di ristrutturazione del settore bieticolo-saccarifero, che l’esecutivo delle Marche ha trasmesso in Consiglio per l’adozione. “Il Piano – sottolinea il vicepresidente della Giunta, Paolo Petrini – si inserisce all’interno del Programma nazionale di ristrutturazione del settore. Delinea gli indirizzi per l’utilizzo dei fondi europei destinati a promuovere la diversificazione produttiva nelle aree agricole dove si è avuta la dismissione di superfici coltivate a barbabietola, a partire dalla campagna agricola 2006. Gli interventi individuati accompagneranno la riconversione attraverso azioni di informazione rivolte agli agricoltori, l’ammodernamento aziendale, interventi per accrescere il valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali, il ricorso al credito agevolato. Gli interventi proposti sono alternativi a quelli individuati con il Programma di sviluppo rurale, per cui non si avrà una sovrapposizione degli incentivi per i medesimi beneficiari. Le agevolazioni del Piano riguardano gli ex bieticoltori, gli imprenditori agricoli che hanno sottoscritto contratti di fornitura con gli zuccherifici dismessi e quelli (singoli o associati) che possiedono aziende ubicate nei bacini bieticoli e intendono abbandonare la coltivazione della barbabietola”. Il Piano regionale si compone di un’analisi, agricola e industriale, del settore, di uno studio sulla caratteristiche della diversificazione e sui fabbisogni della riconversione. Ripartisce le risorse finanziare per ciascuna area d’intervento (complessivamente oltre 22 milioni di euro nel triennio 2008/2010) e prevede l’impiego aggiuntivo di fondi regionali per implementare la ricaduta degli stanziamenti del Fondo agricolo di garanzia.
La riforma del mercato del settore bieticolo-saccarifero del 2005 si prefigge una riduzione della produzione europea di zucchero di 6 milioni di tonnellate. Nel primo anno di applicazione (2005), la contrazione è stata pari a 1,5 milioni di tonnellate: l’Italia, con 778 mila tonnellate rinunciate, è risultato il Paese più interessato. Nel 2006 la riduzione nazionale ha riguardato una quota del 52,9 per cento, successivamente aumentata a seguito della chiusura degli stabilimenti Eridania di Jesi e della società Sfir di Pontelagoscuro (Ferrara). In Italia la ristrutturazione deve essere accompagnata dalla riconversione degli impianti chiusi a seguito della riforma. Gli incentivi collegati alla riforma di mercato hanno determinato, complessivamente, la chiusura di 15 stabilimenti (compresi quelli di Fermo e Jesi) sui 19 attivi. Nelle Marche era previsto la chiusura del solo zuccherificio di Fermo e il potenziamento dello stabilimento di Jesi. Con i nuovi incentivi stabiliti dall’Unione europea si sono verificate, però, condizioni favorevoli per i bieticoltori che hanno rinunciato alla coltivazione della bietola, causando una drastica riduzione delle superfici a disposizione dello zuccherificio jesino, che ha deciso la chiusura e la dismissione di 114.597 tonnellate di quota zucchero. Nel triennio 2005/2007 le aziende marchigiane che coltivavano la barbabietola sono state 3.242, con una superficie investita pari a 21.166 ettari, una produzione di 954.756 tonnellate di radici e una resa di 149.176 tonnellate di saccarosio.