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Stabilizzazione dei precari, la Provincia ricorre al Giudice
Rossi: «Quella del ministero appare uninterpretazione bizzarra e contraddittoria»
Ripercorriamo le fasi principali di questo percorso: l’Amministrazione provinciale nel 2006 aveva provveduto a trasformare gradualmente, attraverso apposite selezioni pubbliche, i contratti di collaborazione coordinata e continuativa (i famosi Co.Co.Co) stipulati negli anni passati con decine di dipendenti in contratti a tempo determinato avviando un processo di deprecarizzazione del personale.
Nel 2007, poi, la Provincia si è avvalsa della facoltà di stabilizzazione del personale così come consentito dai commi 558 e 560 della Finanziaria di quell’anno. Nello stesso anno, inoltre, la Giunta aveva approvato un protocollo d’intesa sottoscritto con le Organizzazioni Sindacali, secondo cui le parti si impegnavano non solo ad applicare la finanziaria 2007 ma anche a ribadire “l’impegno politico, verso il superamento del precariato, impegno che verrà dimostrato richiedendo e sfruttando disposizioni normative, che facendo propri i principi della finanziaria 2007, mirino a trasformare nei prossimi anni “ a tempo indeterminato” tutti i rapporti che, anche a seguito dell’attuale trasformazione dei co.co.co matureranno i tre anni di anzianità a tempo determinato.
La Finanziaria di quest’anno, con i commi 94, 95 e 96 dell’art. 3, ha di fatto recepito questa istanza verso il superamento del precariato dando facoltà agli Enti di stabilizzare il personale già utilizzato con contratti di collaborazione coordinata e continuativa che avessero maturato almeno tre anni al 28 settembre 2007. Nello scorso aprile è però intervenuto il Dipartimento della Funzione pubblica con la circolare n.5/2008 che ha fissato alcuni principi che si pongono in aperta contraddizione con quanto disposto dalla Finanziaria, disapplicandola.
«Quella del ministero appare un’interpretazione bizzarra e contraddittoria – ha commentato il presidente Massimo Rossi – non per giudizio mio o della Provincia di Ascoli Piceno ma per valutazione condivisa dalle Associazioni dei Comuni (Anci), delle Province (Upi), dai sindacati e anche da commentatori autorevoli sulle maggiori riviste nazionali. Non è possibile che un’interpretazione soggettiva di un Ministero vada ad annullare quanto statuito da una legge dello Stato – ha concluso il Presidente – e quindi è indispensabile rivolgersi al giudice per chiedere l’annullamento di questa circolare e proseguire nel processo di stabilizzazione».
Il presidente Rossi presenterà questa sua iniziativa anche di fronte all’Anci e all’Upi per unire le forze in un intervento che impugni un provvedimento «che è lesivo dell’autonomia decisionale degli enti locali» poiché «una circolare non può limitare l’autonomia e la valutazione di un Ente pubblico».