DAgostino e Fabbiani: «Persa loccasione di un parziale recupero dei lavoratori»
di radiatori. Nel corso dell’incontro, durante la quale una rappresentanza di lavoratori ha manifestato con striscioni e slogan davanti alla sede dell’ente, l’azienda ha proposto l’attivazione della cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività della durata di un anno. Una ipotesi, verificata direttamente sul tavolo del Ministero del Lavoro dal Servizio relazioni industriali della Provincia, che avrebbe comportato il riassorbimento di 40 unità e per i rimanenti 58 lavoratori – che avrebbero comunque usufruito della Cigs per 12 mesi - l’utilizzo di altri strumenti tra i quali l’attuazione di un piano di ricollocazione concordato con Provincia, Regione, associazioni datoriali e sindacati e l’accesso alle opportunità possibilmente derivanti dal protocollo di intesa per il rilancio della Val Vibrata e della Val Tronto. Tale scelta prevedeva anche il pagamento delle mensilità relative ai mesi di marzo ed aprile, previa verifica delle disponibilità finanziarie già esistenti e di quelle acquisibili attraverso la vendita di parte del magazzino, nonché la revoca della procedura di licenziamento collettivo attivata dall’azienda.
Da parte dei sindacati, si è chiesto che venisse tempestivamente onorato il pagamento degli stipendi del mese di marzo e aprile correnti, revocata la procedura di mobilità in atto e fornita una soluzione industriale tale da garantire prospettive occupazionali di breve e medio periodo per tutti i lavoratori. Pertanto, poiché il piano prevedeva un riassorbimento parziale dei lavoratori, le organizzazioni sindacali non hanno voluto sottoscrivere l’accordo.
«Prendiamo atto con rammarico – dichiarano il presidente della Provincia, Ernino D’Agostino, e l’assessore regionale al Lavoro, Fernando Fabbiani - dell’evoluzione della vertenza, che si conclude con una scelta che ha portato alla irrevocabile chiusura di un sito produttivo senza la possibilità di far subentrare un altro soggetto imprenditoriale che, in ogni caso, avrebbe assicurato il reimpiego di una parte dei lavoratori. Rafforzeremo in ogni caso il nostro impegno per la piena attuazione del protocollo d’intesa che prevede il rilancio produttivo ed occupazionale della Val Vibrata e del Val Tronto, un obiettivo da perseguire con la massima determinazione».
Sugli sviluppi della situazione, l’azienda ha dichiarato che ora procederà alla revoca della procedura di mobilità in corso e ricorrerà in tempi brevi presso il tribunale di Teramo a una idonea procedura concorsuale. Oltre al presidente della Provincia D’Agostino e all’assessore regionale al Lavoro Fernando Fabbiani, erano presenti Gianluca Di Gregorio ispettore del lavoro della Direzione Provinciale del Lavoro di Teramo, il dirigente del Servizio Lavoro della Regione Abruzzo Giuseppe Sciullo, il responsabile del Servizio Relazioni Industriali dell'ente Paolo Rota insieme a Pierluigi Babbicola.
La Bluterma Italia era rappresentata dall’amministratore unico Francesco Dattoli ed assistita da Salvatore Spadaro di Confindustria Teramo e dal consulente aziendale Umberto Salcoacci.
La Rsu aziendale era assistita da: Giampiero Dozzi, segretario provinciale della FIOM – CGIL di Teramo; Paolo Guglielmi, segretario provinciale della FIM – CISL di Ascoli Piceno; Alessandro D’Isabella, segretario provinciale UIL - UILM di Ascoli Piceno,; Andrea Quaglietti e Maurizio Mancini, rispettivamente segretario provinciale e componente della segreteria della SDL intercategoriale di Ascoli Piceno; Vinicio Ferracuti segretario provinciale UGL di Ascoli Piceno.