Ancona prima provincia nel settore orafo

Ancona prima provincia nel settore orafo

Il territorio anconetano ospita 274 imprese attive. Seguono Macerata e Ascoli

Fra fabbricazione, agenti intermediari, vendita al dettaglio e all’ingrosso la provincia di Ancona ospita 274 imprese attive. Seguono, per numero di imprese attive nel comparto orafo, le province di Macerata (245), Ascoli Piceno (233) e Pesaro e Urbino (197). Questo quanto risulta da uno studio della Camera di Commercio di Milano/ Registro Imprese, i cui dati per la regione Marche riferiti al IV trimestre 2007 sono stati elaborati dall’agenzia giornalistica Dalla A alla V. Gioielli e articoli di oreficeria marchigiani sono, inoltre, molto apprezzati anche all’estero, basti pensare che nel 2007 le Marche hanno esportato articoli tra gioielli e prodotti orafi per un valore pari quasi a 16milioni e 2mila euro registrando in un anno una crescita pari al +21,6%, per un interscambio complessivo di oltre 18milioni di euro, in crescita del 20% rispetto al 2006. Disaggregando il dato a livello provinciale è Macerata a detenere il podio esportando preziosi per un valore di quasi 6milioni e 7mila euro, seguono Ancona (6.381.344), Ascoli Piceno (2.538.053) e Pesaro e Urbino (529.009). Per le importazioni, considerando lo stesso arco temporale, è la provincia di Pesaro e Urbino in testa alla classifica importando articoli tra gioielli e prodotti orafi per un valori di oltre 1milione e 2mila euro, seguono le province di Ancona (785.063), Ascoli Piceno (418.201) e Macerata (146.219).
Stilando l’identikit dell’imprenditore orafo italiano emerge che quasi la totalità (95,7%) dei titolari di ditte individuali attive in Italia nel settore orafo, tra fabbricazione, agenti intermediari, vendita al dettaglio e all’ingrosso è italiano, in sette casi su dieci maschio (73%) e per la metà di età compresa tra i 40 e i 59 anni (52,5%). E rispetto agli italiani, i titolari stranieri (4,3% del totale) registrano una più significativa presenza di donne (39,2% contro il 27,1% fra gli italiani) e di giovani (37,4% di età compresa tra i 20 e i 39 anni contro il 28,5% fra gli italiani).