Nel nuovo organismo sono confluite diverse realtà regionali, tra cui Confimprese (Confederazione sindacale datoriale), la categoria dei pubblici esercizi, e PmiAbruzzo e PmiUmbria. Secondo una nota, PmItalia conta già 4.0000 aziende associate. Il suo scopo è valorizzare la piccola e media impresa per rinnovare le forme della rappresentanza di uno dei più importanti segmenti strategici del sistema economico e produttivo italiano. Fra le prime iniziative, l'istituzione della Banca impresa Lazio (Bil) che dovrà far fronte al problema dell'accesso al credito, e una proposta di legge che vieti alle grandi imprese di partecipare ai piccoli appalti.
L’80% dell’economia italiana è costruita dalle piccole e medie imprese, «la Pmi riscontra una marginalità politica - spiega una nota - a causa della maggiore attrazione mostrata dal sistema politico nei confronti della grande impresa sulla quale tendono a conformarsi le politiche economiche. E’ necessario, perciò, che si verifichi una “rivoluzione culturale” che porti a superare la condizione di minorità nella quale la Pmi oggi è relegata, nonostante il suo preponderante contributo sul piano economico, su quello dello sviluppo e su quello della coesione sociale. Lo scopo è quello di valorizzare la piccola e media impresa per rinnovare le forme e le modalità della rappresentanza di uno dei più importanti segmenti strategici del sistema economico e produttivo italiano. PMI Marche - conclude la nota - punta su una strategia di tipo orizzontale, coinvolgendo tutti i soggetti d’impresa, sia di produzione che di servizi. Soltanto una collaborazione partecipativa può permettere di raggiungere alti livelli di competitività andando così ad integrare le grandi imprese nel miglioramento dell’immagine imprenditoriale dell’intero territorio nazionale».