Ugl: «Il nodo primo da sciogliere è l'uscita della famiglia Malavolta»
In una situazione estremamente difficile, in piena procedura di mobilità e con la chiusura dello stabilimento alle porte, le maestranze hanno riconfermato con grande determinazione la volontà di battersi per l’obiettivo della permanenza della ex Surgela. Potrebbero esserci imprenditori disposti a scommettere sull’Agro-Industriale e quindi disponibili a continuare il ciclo produttivo della ex Surgela? E quali sono le condizioni perché si facciano avanti per investire nell’Agro-Industriale? Su questo scenario si giocano in tempi rapidi le speranze di sopravvivenza della ex Surgela, le attese dei lavoratori e l’orgoglio economico di un territorio. Il nodo primo da sciogliere è però la uscita della famiglia Malavolta dalla Foodinvest e la sua disponibilità a cedere in affitto ad altri lo stabilimento industriale. E’ la condizione essenziale perché si possano aprire spiragli importanti di continuità produttiva, da esplorare fino in fondo assieme alle Istituzioni; anzi con l’impegno trainante delle Istituzioni.
La Ugl rimane dell’avviso che prima si fa trasparenza sulla proposta concordataria della Foodinvest con le coerenti decisioni che ne conseguono da parte del tribunale di Ascoli Piceno, prima si può avviare, liberando la Foodinvest dalle mani di Malavolta, il tentativo di recupero industriale del sito. Questo hanno ribadito le maestranze in assemblea al Presidente della Provincia Rossi chiedendo che questa fabbrica possa continuare a produrre quei prodotti che tutti gli italiani hanno avuto modo di apprezzare».