Ugl: la Zona Franca strumento formidabile

Ugl: la Zona Franca strumento formidabile

«C’è l’opportunità di rialimentare l’appetibilità del Piceno con fiscalità di vantaggio»

pur in questo contesto, è sempre una bella notizia. Dice un detto cinese di Mao, “Non è importante il colore del gatto, l’importante che acchiappi i topi”.
Il Sottosegretario Colonnella si sta muovendo a Roma; non importa per quale motivo lo faccia, l’importante è che lo faccia. Avevamo suonato la sveglia avvisando che il CIPE, con gli indicatori previsti, aveva tagliato Ascoli Piceno dalle "Zone Franche". Bisognava fare opera certosina per disaggregare i dati e rielaborare gli indicatori nello spazio temporale del presente; occorre una forte presenza al CIPE, anche soprattutto politica, perché il nostro territorio possa concorrere a rientrare nelle "Zone Franche". Il ritardo della politica locale a comprendere l’importanza di questa chance economica che possiamo avere a disposizione, è straordinariamente abissale; invece di rincorrere la crisi Socio-Economico-Industriale del territorio c’è l’opportunità di rialimentare l’appetibilità del Piceno con fiscalità di vantaggio, battendoci per la "Zona Franca". 
Certamente è apprezzato l’impegno del presidente della Provincia Rossi in tema di tavolo di concertazione e di strategia dal basso per sostenere l’economia della provincia; la firma di tutti i componenti del tavolo provinciale di coordinamento per la programmazione economica sul piano d’indirizzo in cui focalizzare le sinergie per il rilancio Socio-Economico-Produttivo del territorio è opera altamente meritoria. Ma modificare la logica del corso economico con le buone intenzioni e con impegni scritti, è come se volessimo prendere l’acqua con le mani; rivoltare il calzino, segnando in maniera significativa l’appetibilità del territorio ci consente invece una rivoluzione copernicana del corso economico; questa volta si è come se prendessimo l’acqua con un catino. La "Zona Franca”, fuor di metafora, è lo stantuffo formidabile per scioccare positivamente l’attuale contesto economico-produttivo e riordinarlo in direzione della crescita. E’ un appuntamento che non possiamo perdere».