La Pfizer ha una presenza di lavoratori precari che oscilla annualmente dal 25% al 35%
per mettere su famiglia, per avere serenità per il futuro. La legge sul walfare, approvata con la finanziaria 2008, accelera il cammino in questa direzione prevedendo processi di stabilizzazione dei lavoratori. La legge prevede che dopo 36 mesi di contratti a tempo determinato nella stessa azienda, il contratto possa essere prorogato per una sola volta e con l’assistenza del sindacato in sede di direzione provinciale del lavoro; dopo di che diventa a tempo indeterminato.
La Pfizer di Ascoli Piceno ha in organico, una presenza di lavoratori precari che oscilla annualmente dal 25% al 35%; tali lavoratori precari sono indispensabili per l’intero anno per garantire i volumi produttivi. La UGL e le altre OO. SS. hanno chiesto alla Direzione Aziendale un piano che preveda un processo graduale di stabilizzazione, considerato che una parte di lavoratori precari ha superato in Pfizer i 36 mesi di lavoro a tempo determinato.
Su questo tema il confronto è difficile e le posizioni sono distanti. Ma alcune iniziative della Direzione Pfizer non corrette e che tentano di evadere la volontà legislativa, rischiano di allargare il conflitto. La Pfizer non sta rinnovando i contratti a tempo determinato ai lavoratori che hanno superato i 36 mesi, sostituendoli con altri lavoratori o modificando i contratti a tempo determinato in contratti di somministrazione.
Questo escamotage per aggirare la legge, oltre ad essere miope, evidenzia una gestione disinvolta delle relazioni industriali da parte della multinazionale ed apre uno scenario di possibile conflitto sindacale e giuridico».