Cna, la crisi di governo paralizzerà il Piceno

Cna, la crisi di governo paralizzerà il Piceno

«La politica è rimasta sorda ed insensibile al grido dall’allarme di migliaia di imprese»

E’ questo il commento della coordinatrice delle Cna di Ascoli e Fermo, onorevole Orietta Baldelli. «Non a  caso  - prosegue la coordinatrice delle due Cna - tutte le associazioni d’impresa avevano chiesto, nell’incontro con il Presidente Marini, di  esperire la possibilità di un governo istituzionale o quanto meno di andare al voto con una legge elettorale in grado di garantire stabilità. L’appello è rimasto inascoltato e questo è per noi fonte di grandissima preoccupazione. A fronte di gravi  segnali di una congiuntura internazionale sempre più negativa e con scarse prospettive di miglioramento, la politica, totalmente aggrovigliata su se stessa e dalle convenienze dei partiti, è rimasta sorda ed insensibile, al grido dall’allarme di migliaia di imprese che non si possono permettere anche  una crisi politica».
«Questa preoccupazione, espressa al Presidente Marini dai rappresentanti della Cna Nazionale – prosegue Orietta Baldelli -  noi la rilanciamo con forza e rammarico nell’analisi delle vicende che stanno coinvolgendo, e che coinvolgeranno nel prossimo futuro, il Piceno. A Roma si prospettano mesi di stallo, di decisioni non prese in attesa del responso delle urne. Ed erano decisioni sulle quali anche noi contavamo per far fronte alle sfide del nostro territorio. A cominciare dagli interventi richiesti al Ministro Bersani durante la sua ultima visita, per tentare  di invertire il trend negativo, imprenditoriale e occupazionale, determinato dalla progressiva chiusura delle grandi imprese protagoniste dello sviluppo industriale della vallata del Tronto.
Per non parlare dei provvedimenti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che restano sospesi o la detassazione del costo del lavoro per consentire un aumento ai lavoratori in busta paga e una ripresa dei consumi interni ormai quasi totalmente fermi.
A  noi non resta che una amara presa d'atto delle decisioni che la politica assume nonostante tutto, non senza esprimere un giudizio non benevolo su quanto ormai avvenuto, ma anche  una speranza: che chi andrà a rappresentare il nostro territorio abbia a cuore anche il nostro mondo fatto di piccoli imprenditori e di artigiani che faticano per mantenere il posto di lavoro ai propri dipendenti e che non chiedono altro che di poter lavorare per sé e per  il miglioramento dell'economia territoriale».