La produzione di olio nel corso dellanno 2006 è stata di 2 milioni di litri
valorizzazione del lavoro svolto dai nostri produttori che puntano da anni alla qualità del prodotto. Da alcuni giorni, infatti, grazie all’entrata in vigore di uno specifico decreto, l’olio d’oliva “made in Italy” è più tutelato dalle falsificazioni, dall’assalto degli “agropirati” e dalle sofisticazioni. D’altronde, senza un’etichetta chiara e trasparente e soprattutto in mancanza dell’indicazione di origine, per l’olio d’oliva “made in Italy”, oltre al danno economico rilevante si hanno pesanti ripercussioni anche per l’immagine del nostro prodotto sui mercati mondiali. «Il decreto rappresenta un tassello molto importante –ha spiegato Massimo Sandroni, presidente della Cia provinciale – per la tutela del nostro prodotto. Non va dimenticato che degli 11mila ettari di olivo della regione Marche, 4.500 ettari appartengono al Piceno rappresentando il 40% delle aree destinate a tali coltivazioni e il 43% delle 30 mila aziende che coltivano gli olivi sono pure del Piceno, mentre la sua produzione di olio nel corso dell’anno 2006 è stata di 2 milioni di litri circa». «Nel Piceno tra i comuni i più olivetani – ha concluso Sandroni - troviamo Ascoli Piceno, Fermo, Ripatransone, Offida, Acquaviva Picena, Castignano, Appignano del Tronto, Cupra Marittima, Montefiore dell'Aso e Montegiorgio». Una tutela ancora maggiore sarà raggiunta impegnandosi a livello europeo per difendere il provvedimento essendo stato giudicato dalla Commissione Ue in contrasto con il regime della concorrenza. E’ quanto sottolinea la Cia provinciale sulla definitiva entrata in vigore del decreto del ministro delle Politiche, alimentari e forestali Paolo De Castro sull'obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle olive impiegate nell'olio vergine ed extravergine. Si tratta di un provvedimento importante, attraverso il quale si impedisce di ingannare i consumatori vendendo come locale un olio ricavato, invece, da miscugli diversi e soprattutto da olive provenienti da altri Paesi. Un fenomeno, questo, molto diffuso e che ogni anno provoca al nostro settore olivicolo una rilevante perdita. Nei mercati si trova, infatti, olio straniero sempre più in abbondanza, ma i consumatori italiani non lo sanno e le comprano come prodotto nazionale, in quanto manca una precisa informazione. Il decreto, rileva la Cia provinciale va dunque nella direzione giusta. E con il provvedimento, insomma, si giunge ad una completa trasparenza, garantendo sia i consumatori che i produttori che in questo modo possono essere più tutelati.