Saldi, da sabato parte la caccia

Saldi, da sabato parte la caccia

Ad Ascoli la spesa per le famiglie è di 492 milioni per l’acquisto di vestiari, calzature e pelliccerie

Dopo un Natale non proprio brillante per gli incassi le speranze di negozianti ed acquirenti di fare buoni affari sono dunque riposte nella stagione dei ribassi. «Le vendite non sono state ottime, ma sono andate meglio del previsto –spiega Paolo Perazzoli Segretario Regionale della Confesercenti- si prevedeva, infatti, un calo intorno al 3% ma è stato inferiore. I negozi che hanno registrato incassi maggiori sono quelli che hanno interessato una clientela con reddito medio alto». Anche quest’anno, inoltre, i prodotti maggiormente in voga per i consumatori sono stati quelli dei generi alimentari, scelti anche come dono da fare ai proprio cari, come ad esempio un bel cesto di frutta. «Vendite positive, dunque, anche grazie ai saldi anticipati effettuati da alcuni commercianti - ha continuato Perazzoli - ovviamente conformemente alle norme che vieta l’esposizione in vetrina dei saldi». «L’inizio dei saldi invernali per il 5 gennaio – precisa il direttore Confcommercio di Ascoli Giorgio Fiori – ha trovato il parere favorevole sicuramente dei consumatori ma anche della maggioranza degli operatori in considerazione che il giorno 5 coincide con il sabato e che per la festività dell’Epifania di domenica 6 è prevista nella maggior parte dei Comuni, tra i quali Ascoli e San Benedetto, la deroga alla chiusura festiva, quindi quando le attività commerciali sono più frequentate». «Per i saldi le aspettative degli operatori sono moderatamente soddisfacenti tenuto conto che potrà esserci un recupero di spesa per i prodotti di abbigliamento a fronte di un andamento delle vendite natalizie in generale debole e concentrato sui pezzi piccoli, di basso prezzo, pelletteria compresa. Non va dimenticato – conclude Fiori - che durante i saldi i magazzini per gli operatori si riducono drasticamente anche se ci si garantisce una buona liquidità a breve per gli acquisti primavera ed estate, ma con poca redditività per il punto vendita». I saldi non solo limitati all’abbigliamento, ma interessano sempre più anche articoli per la casa, l’arredamento, elettrodomestici ed elettronica. Molte famiglie, hanno rimandato al periodo dei saldi i loro acquisti per tutelare in qualche maniera il proprio potere d’acquisto. Da un’analisi realizzata dall’agenzia giornalistica Dalla A alla V che ha rielaborato i dati contenuti nell’ultima edizione dell’Annuario statistico della Camera di Commercio di Ascoli emerge che la spesa complessiva delle famiglie nelle Marche per l’acquisto di vestiari, calzature e pelliccerie nel corso di un anno (quindi nel periodo dei saldi e non) è pari a 2.055 milioni di euro. Dal totale regionale emerge che la spesa delle famiglie è più consistente ad Ancona 657,1 milioni seguite da Pesaro 493,8 milioni, Ascoli 492,5 milioni e Macerata 412,5 milioni. Le spese delle famiglie marchigiane in un anno per l’acquisto di mobili, elettrodomestici e spese varie per la casa è pari complessivamente a 1.851 milioni di euro. Anche in questo caso le spese delle famiglie più consistenti si registrano in provincia di Ancona dove ammontano a 606,6 milioni di euro, seguita da Pesaro 446,9 milioni di euro, Ascoli 431,4 milioni di euro e Macerata 366,1 milioni di euro. Per non imbattersi in “falsi saldi” la Confconsumatori fornisce il decalogo per lo shopping di fine stagione che si chiude con un consiglio di buon senso: "fate attenzione all' 'effetto sforamento': spesso, infatti, spendiamo più di quanto crediamo di stare risparmiando". Tra i suggerimenti quello di far attenzione a saldi superiori al 50% dietro ai quali potrebbe nascondersi la vendita di merce dell'anno precedente che, non trascura di sottolineare l'associazione, potrebbe essere ugualmente un buon affare ma il negoziante deve informare il cliente. Infine, ricorda nel decalogo, non è vero che la merce in saldo non si può provare o non si può sostituire se difettosa.