Petrini: «Un modello di filiera agroenergetica che coinvolgerà attori locali e consumatori»
attuali 8 mila a 10.267 gwh (gigawatt/ora) nel 2015. Questo se non si interviene per favorire il risparmio energetico, l’impiego di energie rinnovabili e l‘ecoefficienza energetica. Per consentire la realizzazione di questo scenario “virtuoso” occorre partire subito con progetti concreti sul territorio. E’ quanto si appresta a fare la Regione Marche – Servizio Agricoltura, forestazione e pesca, in collaborazione con l’agenzia regionale Società Sviluppo Marche (Svim) attraverso il progetto “Radar” (Raising Awareness on renewable energy - Developing Agro-eneRgetic chain models). «Con questo progetto - spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Paolo Petrini - ci proponiamo di promuovere l’aumento dell’efficienza energetica, attraverso lo sviluppo delle energie rinnovabili e la limitazione dell’impiego delle risorse energetiche fossili. Inoltre vogliamo promuovere lo sviluppo sostenibile nelle aree coinvolte nel progetto, offrendo opportunità di crescita economica ai sistemi produttivi locali. Attraverso la sperimentazione in un’area pilota verrà elaborato un modello di filiera agroenergetica che coinvolgerà amministratori locali, associazioni di categoria, operatori e cittadini, in un percorso che va dalla produzione di energia da prodotti agricoli (le cosiddette biomasse) fino al suo consumo». Aspetto cruciale del progetto, la dimensione europea: l’Unione, che spinge in modo sempre più incisivo sulle rinnovabili, ha cofinanziato il progetto:«Radar si colloca nel Programma europeo sulle Energie intelligenti – ha spiegato questa mattina ad Ancona nel corso del seminario di lancio Francesco Marchesi, direttore generale Svim – durerà due anni e disporrà di un budget complessivo di 865mila euro. Coinvolgerà 11 partner provenienti da 7 Paesi: oltre all’Italia, Croazia, Gran Bretagna, Lettonia, Estonia, Svezia e Bulgaria, tra i quali avverranno scambi di competenze e di buone prassi, e visite di studio presso realtà di esperienza in questo settore. Nelle Marche, partner scientifico sarà l’Università Politecnica delle Marche». L’Ateneo metterà infatti a disposizione la propria competenza: «La Politecnica, malgrado sia una giovane università – ha sottolineato il rettore Marco Pacetti – si occupa di rinnovabili da oltre 30 anni. Abbiamo accumulato un bagaglio notevole, fatto di rapporti internazionali e risultati scientifici; in particolare, con la Facoltà di Agraria, abbiamo acquisito precise competenze agronomiche, con la coltivazione di specie per costruire la filiera energetica. Dunque, anche questa volta, rispondiamo con convinzione alla richiesta di collaborazione di Regione e Svim». Nel corso del seminario Cristina Martellini, dirigente del Servizio Agricoltura della Regione Marche, ha illustrato i dettagli del progetto e sono stati presentati i partner stranieri.