Ascoli mostra il tasso di crescita più elevato (+0,71%). A Macerata flessione dello 0,13%
È infatti positivo il saldo che hanno fatto registrare al terzo trimestre di quest'anno con un tasso di crescita pari allo 0,35% e lievemente inferiore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ( 0,38%). A settembre di quest'anno le imprese artigiane delle Marche hanno avuto un incremento di 184 unità a fronte di 1.051 iscrizioni e 867 cancellazioni. Lo rende noto un'indagine di Unioncamere e Movimprese. L'analisi evidenzia inoltre che, tra le province marchigiane, è Ascoli Piceno a mostrare il tasso di crescita più elevato (+0,71%) con un saldo di 100 nuove imprese del comparto artigiano. Seguono Pesaro e Urbino (0,51%) e Ancona (0,23%). Soltanto a Macerata, in controtendenza, si registra una flessione pari a -0,13% e un saldo negativo di 16 unità. Se, tuttavia, la crescita più consistente riguarda Ascoli è in realtà Pesaro e Urbino la provincia che detiene il primato regionale per numero complessivo di aziende artigiane che ammonta a 14.170, seguita da Ascoli Piceno con 14.134, Ancona con 12.314 e Macerata con 11.886. Per quanto riguarda invece l'incidenza è la provincia di Pesaro e Urbino al primo posto con quasi il 32% di imprese artigiane sul totale, seguita da Ascoli con il 30%, Macerata con il 29% e Ancona con il 26%. L’andamento del comparto artigiano nell’ultimo trimestre conferma gli effetti della forte ristrutturazione selettiva che sta attraversando il sistema produttivo del Paese, in particolare nei settori tradizionali quali i trasporti, l’industria manifatturiera e il commercio in cui le imprese artigiane sono largamente presenti. In termini quantitativi, il flusso delle iscrizioni indica che la vitalità del sistema artigiano resta comunque alta: a livello nazionale le 29.896 iscrizioni del trimestre scorso rappresentano infatti il valore record degli ultimi otto anni (il 14,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2006). A fronte di questo dato positivo, tuttavia, si registra un aumento ancora più marcato delle chiusure (23.893 unità, il 25,4% in più rispetto al 2006). Il saldo derivante dai due flussi (positivo per 6.003 unità) ha pertanto attestato lo stock complessivo di imprese artigiane a fine settembre al valore di 1.492.468 unità. Si tratta soprattutto di attività artigiane che, in numero crescente, nascono utilizzando la forma di società di capitali. Sebbene soltanto il 14,9% dell’intero saldo trimestrale sia stato determinato da queste forme giuridiche (sostanzialmente si tratta di società a responsabilità limitata), la loro velocità di crescita è quasi 6 volte superiore rispetto a quella media del comparto (+2,33% contro +0,4%). I settori economici più diffusi sono quello delle costruzioni, manifatturiero, agroalimentare e anche il terziario.