Federici: non si produce, le imprese se ne vanno

Federici: non si produce, le imprese se ne vanno

Il presidente Confindustria Ascoli ai giovani: «Abbandonate la mentalità del posto fisso»

Sono i motivi per cui, secondo Adriano Federici, presidente di Confindustria Ascoli, anche nel sud delle Marche «le multinazionali stanno disinvestendo». Parlando ad Ancona a un convegno sulle prospettive di crescita dell'industria marchigiana, Federici fatto appello anche alla chiesa perché infonda il valore del lavoro ai giovani affinché abbandonino la "mentalità del posto fisso" e abbraccino invece la cultura dell'impresa. «Le Marche - ha rilevato Federici - sono una regione a due velocità: da una parte Ancona, Jesi, Fabriano, il Pesarese e dall'altra il sud delle Marche, che risente della presenza delle multinazionali che occupano il 40% delle maestranze». Tra le ragioni di questo calo di attrattività nazionale e regionale per le multinazionali, il presidente della Confindustria ascolana ha individuato fattori generali, quali burocrazia e scarsa efficienza della giustizia; ma la carenza di infrastrutture determinata fra l'altro, a suo parere, dalla lentezza decisionale e dal deficit di produzione e distribuzione nel settore energetico. Federici ha ricordato che un terzo del valore aggiunto nelle Marche è prodotto dall'industria manifatturiera, che nel 2006 c'é stata una crescita del 2,7% e che il pil nelle Marche è cresciuto dell'1,2% contro lo 0,7% nazionale. Dati che, ha detto, se possono far sorridere da un lato, dall'altro «non sono soddisfacenti se paragonati a quelli europei e mondiali». Tra le richieste che Confindustria fa alla Regione, quella di incentivare la diffusione della cultura d'impresa, di includere anche le aziende che non hanno sede nella regione tra i beneficiari delle agevolazioni Irap e di sopprimere il Consorzio per l'industrializzazione per le Valli del Tronto, dell'Aso e del Tesino.«La Regione se ne occupi - ha ribadito Federici - perché è una sacca d'inefficienza per le imprese».