La previdenza per per gli immigrati dai Balcani

La previdenza per per gli immigrati dai Balcani

L'incontro è organizzato dal Cirab (Centro Interdipartimentale di Ricerca per l’Adriatico e i Balcani)

Il seminario è organizzato dal Cirab (Centro Interdipartimentale di Ricerca per l’Adriatico e i Balcani su “I diritti previdenziali degli immigrati provenienti dall’area balcanica”. E’ possibile per un lavoratore straniero riunire i periodi di contribuzione versati a diverse Casse di previdenza? Può infatti capitare che un lavoratore straniero, dopo aver lavorato per molti anni in Italia, tornando nel suo paese perda i contributi versati e non si veda riconosciuta alcuna pensione. Situazione identica e contraria si ha quando un lavoratore straniero, che ha già una posizione previdenziale nel suo paese, si trasferisce in Italia per lavorare.  Mentre il problema non si pone con i Paesi con cui l’Italia ha una convenzione, esso è molto sentito dai lavoratori di alcuni paesi dell’area balcanica (e.g. l’Albania). Altre questioni si hanno poi per i lavoratori di Bosnia Erzegovina e Serbia (la Slovenia fa parte della Unione Europea, mentre la Croazia ha stipulato una apposito accordo nel 1997) per i quali, pur continuando a valere un accordo stipulato molti anni fa con la Iugoslavia, vi sono diversi problemi applicativi.  L’attenzione del seminario, che si inserisce all’interno della Ricerca Interreg sulla Integrazione Sociale degli Immigrati (SIOI), localizzata in Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Slovenia e Serbia, sarà rivolta a un importante istituto giuridico, quello della “totalizzazione”, che permette la riunione dell'anzianità contributiva compiuta con prestazioni lavorative svolte in paesi diversi.  Dopo i saluti del preside di Facoltà Enzo Pesciarelli e del direttore del Cirab Eros Moretti, l’introduzione è affidata ad Antonio Di Stasi, docente dell’Università Politecnica delle Marche e a Erika Petromilli. Per il nostro paese, siederanno intorno al tavolo, assieme all’assessore regionale alle Politiche del Lavoro Ugo Ascoli, direttori centrali dell’INPS, esperti in convenzioni internazionali e sui flussi migratori, dirigenti del Patronato INAS–CISL, e ricercatori universitari. Per i paesi dell’area balcanica interverranno il ministro del Lavoro dell’Albania Shkelqesa Manaj e il direttore dell’Istituto previdenziale albanese Mirela Selita, il direttore del Ministero degli Affari Civili della Bosnia Erzegovina Slavica Vucuic e la dottoressa Maia Kovacevic dell’Università di Belgrado. Un importante contributo al dibattito sarà poi fornito dallo IOM (Organizzazione Internazionale delle Migrazioni) e da rappresentanti di associazioni in Italia di lavoratori stranieri.