appare quindi doveroso fornire alcuni elementi utili ad avere un quadro più chiaro della situazione. In estate la Provincia ha ricevuto da parte della società S.E.A. la richiesta di autorizzazione alla realizzazione di un impianto di cogenerazione (produzione di energia elettrica e calore) in prossimità della cartiera di Ascoli Piceno, in area quindi a destinazione produttiva. Il progetto ha una potenzialità di 87 MW elettrici e circa 200 MW termici.
Il progetto deve ottenere la V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale), l’Autorizzazione Integrata Ambientale, entrambe di competenza regionale, e l'autorizzazione alla produzione di energia, di competenza della Provincia.
Attualmente si è nella fase della V.I.A. e per questo è stato pubblicato sia sul Bollettino ufficiale regionale sia su un quotidiano locale del 4 ottobre un avviso che informa che chiunque, fino al 17 novembre, può prendere visione del progetto presso la Regione o presso il Comune di Ascoli nonché formulare osservazioni entro 45 giorni dalla ubblicazione.
Al di là delle procedure di legge previste per garantire la partecipazione dei cittadini alle scelte in materia, la Provincia ha voluto fare di più convocando lo scorso 29 ottobre un incontro con tutti i soggetti coinvolti nella localizzazione, costruzione ed esercizio dell'impianto per valutare tutti gli aspetti riguardanti l’impatto ambientale.
A questo seguiranno altri momenti di confronto con il territorio e gli attori sociali perché tutti siano messi in condizione di valutare la proposta.
Preme sottolineare che, pur nella necessità di valutarne attentamente le caratteristiche tecniche, l'opera rientra nei criteri impiantistici richiesti dal Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) che, lo ricordiamo, privilegia la produzione di energia in prossimità delle aziende utilizzatrici, con impianti di piccola taglia e con tecnologia cogenerativa, come quello in questione. Proprio per queste caratteristiche, il PEAR viene criticato da chi vorrebbe una programmazione più “aggressiva”, finalizzata a produrre tanti megawatt senza preoccuparsi troppo della qualità delle fonti energetiche e del loro impatto sull’ambiente.
In realtà il PEAR punta a ridurre la differenza tra consumo e produzione di energia privilegiando certo impianti funzionanti con fonti rinnovabili (fotovoltaico, biomasse, olio vegetale) ma senza prescindere dall'utilizzare anche impianti alimentati con fonti tradizionali perché ad alta efficienza e inseriti in contesti territoriali adeguati.
Requisiti che la centrale proposta ad Ascoli indubbiamente possiede. Senza nasconderci che l’impianto, qualora risultasse, come la Provincia si augura, compatibile con le esigenze ambientali, porterebbe effetti benefici sull’equilibro economico della cartiera.
Il cui principale elemento di difficoltà sta proprio nel costo dell’energia, soprattutto quella termica, fattore determinante, questo, per l’intero sistema economico piceno, come sottolineato anche da sindacati e organizzazioni datoriali.