«Il CdA ha ritenuto opportuno proporre all'Assemblea laumento gratuito del capitale sociale»
Infatti, pur se l’operato della Società abbia ottenuto l’unanime approvazione dei risultati di gestione, sono state tuttavia mosse durissime ed infamanti accuse all’azione amministrativa del CdA, che colpiscono l’Azienda nella sua effettiva consistenza umana ed organizzativa, in virtù di uno strumentale impianto accusatorio che tradisce la non conoscenza delle azioni e dei comportamenti posti in essere dalla Società e che, a un più approfondito esame, sembra prefigurare un tentativo messo in atto per intralciare il percorso di affidamento alla CIIP spa del Servizio Idrico Integrato. In particolare, si sono registrate prese di posizione da parte di alcuni esponenti politici tutte incentrate sul concetto “CIIP – Ecco la politica che costa” che, al di là del diritto di critica, non possono essere accettate sotto il profilo della correttezza dell’informazione che viene data ai Cittadini Utenti. Altro chiaro esempio del velenoso clima che coinvolge l’Azienda, è l’articolo apparso sul Corriere Adriatico il 20 Ottobre u.s., compendiato dalla nota del Sindaco di Monterfortino Dott. Lando Siliquini, che prende spunto dalla proposta di deliberazione all’ordine del giorno della prossima Assemblea della CIIP spa riguardante l’aumento di capitale sociale della stessa. Il redattore Mario Paci, senza opportuni approfondimenti sulla veriditicità della notizia, afferma che il vero scopo occulto della proposta di Delibera è quello di “… aggirare la legge ed evitare il taglio di due consiglieri … una soluzione che meriterebbe un premio Nobel per la finanza creativa. … Ma chi metterà mano al portafoglio? Ovviamente i Comuni che ne fanno parte e quindi i cittadini”. In un simile contesto la CIIP spa non può rimanere inerte: le accuse mosse tendono a minarne la credibilità e l’affidabilità, doti necessarie per un'azienda che si candida a pieno titolo a gestire un servizio pubblico essenziale, come quello del ciclo idrico integrato. Valgano le seguenti considerazioni. La Legge Finanziaria del 2007, emanata il 27 Dicembre 2006, ha prescritto che il “Il numero complessivo di componenti del consiglio di amministrazione … non può essere superiore a tre, ovvero a cinque per le società con capitale, interamente versato, pari o superiore all’importo che sarà determinato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM)”. Si evidenzia che CIIP spa, con Delibera di Assemblea dei Comuni Soci n. 6 del 29 Giugno 2007 presa all’unanimità e ispirandosi ad un criterio di prudenza e rappresentatività del territorio, ha rinnovato il proprio CdA, stabilendo di ridurre da 9 a 5 il numero dei componenti. E questo proprio in virtù della nuova norma introdotta ed in attesa delle disposizioni attuative del citato DPCM, riservandosi il potere espresso di revoca/decadenza dell’incarico nei confronti del Consiglio di Amministrazione nominato, in relazione alla necessità di adeguamento dello Statuto societario imposta dalla Legge di cui trattasi (come da clausola espressamente accettata dai candidati stessi). Il DPCM, pubblicato il 7 Agosto 2007, ha stabilito in due milioni di euro l'importo al di sotto del quale il C.d.A. della Società non può avere più di 3 Consiglieri, effettuando così la scelta definitiva di valutare la dimensione patrimoniale delle Società e assumendo, come unico parametro significativo, non già il capitale netto aziendale (che comprensivo del capitale sociale e delle altre riserve iscritte nel Patrimonio Netto ammonta a € 91.521.475), ma il solo capitale sociale (di soli € 406.945). Tenuto conto del sopra citato DPCM e dell’imminente affidamento del Servizio Idrico Integrato, che prevede un’ingente programmazione di opere, la cui fattibilità è condizionata al rispetto di rigidi parametri di sostenibilità finanziaria degli investimenti; posto che il finanziamento degli stessi sarà assistito da partner bancari, scelti con gara pubblica, che necessitano di opportune garanzie sulla affidabilità economico-finanziaria del Gestore; in considerazione di quanto segue: l’esiguità (0,44%) del capitale sociale di € 406.945,00 in relazione all’entità del patrimonio netto di € 91.521.475 e alle dimensioni dell'attività aziendale; la necessità della società di procedere al reperimento di forme di finanziamento di durata pluriennale, in parte per la conversione dell'attuale indebitamento a breve termine e in parte per gli investimenti previsti nel Piano d'Ambito in corso di affidamento; la necessità di un rafforzamento patrimoniale della società alla luce delle disposizioni di Basilea 2, riguardanti la valutazione della sua affidabilità bancaria mediante l'attribuzione di rating; le dimensioni dell’Azienda (che rappresenta due province, cinque zone territoriali disomogenee, 59 Amministrazioni Comunali) tali da giustificare un aumento del capitale sociale e il contestuale mantenimento di un Consiglio di Amministrazione di 5 membri, al fine di consentire una maggiore rappresentatività della variegata realtà territoriale nell’ambito della quale viene svolto il servizio idrico integrato; il CdA della CIIP ha ritenuto opportuno proporre alla propria Assemblea l’aumento GRATUITO del capitale sociale, attingendo alle riserve statutarie già iscritte a patrimonio netto, SENZA ALCUN ESBORSO A CARICO DEI COMUNI SOCI NÉ TANTOMENO DEI CITTADINI UTENTI. In coerenza, tutto ciò, con la sua azione amministrativa. Al riguardo, si evidenzia che da più di 50 anni la CIIP, con la sola riscossione della tariffa definita per legge, gestisce un servizio complesso, con soddisfazione dei propri Utenti, senza mai chiedere contributi alle Amministrazioni Comunali. Nella vita della Società, quindi, l'operazione di aumento del Capitale Sociale si pone come momento di rafforzamento della Società stessa, garantendo l'accrescimento del prestigio, del credito, della sua credibilità e affidabilità. Vincolando tali somme a bilancio, si esclude così, anche per il futuro, ogni possibilità di loro distribuzione, se non attraverso successive riduzioni di capitale sociale, che andrebbero comunque motivate e giustificate. Ritornando all’articolo del redattore Mario Paci, si deve far rilevare che non risponde al vero l’affermazione che “a spiazzare il CIIP è una lettera riservata del Comitato Ristretto inviata a tutti i Sindaci”, sia perché non si tratta di lettera riservata ma del verbale della riunione del Comitato Ristretto dei Sindaci, costituito proprio allo scopo di approfondire le proposte di deliberazione assembleare; sia perché le argomentazioni sopra esposte sono state dettagliatamente ed approfonditamente riportate negli atti sottoposti ad approvazione della prossima Assemblea ed inviati a tutti i Sindaci in uno con l’avviso di convocazione. Stupisce, peraltro, come il Sindaco di Montefortino, Socio della CIIP spa, avendo maturato lunghe e significative esperienze istituzionali anche come Presidente dell’Autorità di Ambito, Ente di programmazione e controllo del Servizio Idrico Integrato, abbia potuto travisare la valenza e rilevanza delle reali motivazioni che sono alla base della proposta di deliberazione di cui trattasi, al punto tale da esprimersi sulla stampa con intimidatoria violenza verbale, gravida di apocalissi. Scrive, infatti, che “rimane in attesa della Assemblea CIIP per conoscere i nomi di quei Sindaci e di quelle Amministrazioni che invece daranno parere favorevole seguendo il consiglio del Comitato Ristretto” e aggiunge che “lo sbalordimento diventerà spavento se si comincia con una proposta indecente”. Ci si chiede: a chi giova tale virulenta e fuorviante polemica? All’Azienda ed ai propri dipendenti, tutti insieme tesi nell’ottenimento dell’affidamento pluriennale della gestione del S.I.I., dati gli ottimi risultati ottenuti sia in termini di qualità che di economicità di gestione? Ai cittadini, instillando dubbi sulla corretta amministrazione del servizio sulla base di false affermazioni ma di sicuro effetto? Alle forze politiche, che hanno la responsabilità Amministrativa della Società e di Governo del Servizio, perdendo di conseguenza credibilità da parte di lettori disorientati? Crediamo sia necessario maggior rispetto dei fatti e delle persone che, tutt’altro che intossicate di potere, lavorano per garantire al territorio ed alla cittadinanza la qualità della risorsa acqua, il suo corretto approvvigionamento, il miglioramento dell’ambiente e, dunque, per scopi diametralmente opposti a quelli denunciati».