L'investimento in qualità richiede tecnologia

L'investimento in qualità richiede tecnologia

Risposta in replica al consigliere Cesaroni sui Centri servizi delle Marche

Parlare da parte di un politico senza sapere di cosa si tratta spesso porta acqua al qualunquismo e all’antipolitica che non si alimenta solo per reazione allo stipendio o ai privilegi dei  parlamentari, ma anche per la vanità dei politici quando parlano senza conoscere. L’intervento della regione su uno specifico progetto, quello della qualità, considerato strategico dal consiglio regionale nei nostri settori del mobile arredamento e della meccanica, è di 450.000 euro annuali. Le aziende servite dai rispettivi laboratori sulla certificazione della qualità sulla ricerca, sull’innovazione, sulla formazione specialistica specifica sono state 1.279 nel 2006, su un totale di circa 12.000 aziende nelle Marche nei settori del legno e della meccanica. Se si fosse seguita la proposta di Cesaroni, con il finanziamento diretto alle imprese, l’intervento pubblico diviso per azienda sarebbe stato di euro 30 per ciascuna. Può essere questo lo sviluppo economico più sostenuto?! Noi crediamo di no, al contrario è solo spicciola retorica qualunquistica. In secondo luogo, l’attività dei centri tecnologici crea un valore aggiunto, dato dagli aspetti relazionali che sono difficilmente misurabili contabilmente, quali il notevole investimento in personale altamente qualificato a disposizione delle aziende del territorio o la rete di partner internazionali, specializzati nella ricerca e nell’innovazione, sviluppata nel corso del tempo grazie ai progetti di ricerca realizzati e a cui le imprese possono fare riferimento. Infine, altro aspetto fondamentale da considerare è la ricaduta sul territorio derivante dai servizi offerti. L’investimento in qualità richiede la disponibilità di tecnologie sofisticate che non sono alla portata delle singole aziende. Grazie ai centri tecnologici queste tecnologie sono a disposizione di tutto il territorio, anche delle aziende più piccole, permettendo loro di beneficiare di alcune delle leve strategiche necessarie per competere oggi nel mondo. I centri servizi altro non sono che infrastrutture tecnologiche che, al pari di strade, porti, aeroporti e quant’altro non sono mai utilizzati tutti e quotidianamente, ma, quando servono, ci debbono essere. La strada per andare a Macerata non si usa tutti i giorni, ma quando ci si deve andare è necessaria. Allora sarebbe corretto e serio che chi non conosce la realtà chiedesse di visitare i centri tecnologici e poi rilasciare tutte le dichiarazioni che riterrà opportuno. Solo a seguito di ciò, potrà parlare, come si dice, a ragion veduta».