il sindacato chiede un aumento mensile di salario di 105 euro per il livello di operaio specializzato
I lavoratori esprimeranno il loro giudizio sulla piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro definito a Roma nei giorni scorsi, dove è stata ufficialmente definita l’ipotesi di piattaforma con le rivendicazioni che FILLEA-CGIL, FILCA-CISL e FENEAL-UIL presenteranno al tavolo della trattativa con la controparte industriale, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE). Nella nostra provincia il rinnovo riguarda oltre cinquemila lavoratori. Dal punto di vista economico il sindacato chiede un aumento mensile di salario di 105 euro per il livello di operaio specializzato. Al precedente rinnovo erano stati chiesti e ottenuti 90 euro. Il contesto in cui si colloca la trattativa spiega Leonardo Frascarelli, che guida il sindacato degli edili Feneal UIL di Ascoli Piceno, «è di forte espansione, anche a livello provinciale: a Ascoli Piceno, in quattro anni, gli addetti del settore sono cresciuti del 10%. In qualche modo gli ultimi interventi legislativi, come i decreti Bersani e Damiano, sono andati nella direzione di ridurre il meccanismo del lavoro irregolare in cantiere. I provvedimenti sembrano funzionare, ma l’aumento degli addetti è strutturale e non arriva solo dall’emersione dal nero». Al centro della trattativa sul contratto nazionale ci sarà la questione della qualità del lavoro edile, che coinvolge i temi della strutturazione dell’impresa, della sicurezza e della qualificazione professionale. E’ rivendicato inoltre il rilancio del sistema formativo: «Su questo tema - continua Frascarelli - in piattaforma chiediamo la formazione d’ingresso, 8 ore annue di formazione mutualizzata (attraverso le casse edili), l’utilizzo del diritto allo studio per i corsi di alfabetizzazione per stranieri anch’essa mutualizzata e in orario di lavoro. La formazione, per noi, significa lo sviluppo delle carriere e la fidelizzazione al settore». Strettamente collegato a questo tema, è la questione della sicurezza «un diritto che va reso esigibile e da raggiungere ridando dignità al lavoro edile». Fra le altre questioni affrontate in piattaforma c’è anche il problema di un abbassamento del parametro medio di inquadramento dovuto alla forte presenza di lavoratori stranieri che per condizioni di ricattabilità restano al primo livello per anni. Il sindacato chiede un parametro di retribuzione intermedio tra il primo e il secondo livello per togliere questi lavoratori da situazioni di prolungata difficoltà. Inoltre si rivendica il pagamento di una parte della carenza di malattia. Viene chiesto anche un aumento del contributo in arrivo dall’azienda per quanto riguarda la previdenza integrativa con la creazione di un fondo assicurativo con finalità previdenziali: «Vorremmo aprire il confronto col Governo per collegare il sistema obbligatorio a quello mutualistico (della Cassa Edile industria e di Edilcassa artigiani) con l’obiettivo di costituire meccanismi che coprano i vuoti contributivi e per il miglioramento di condizioni e tempi di accesso al pensionamento». Nella provincia le assemblee si svolgeranno in tutte le grandi aziende: CIM Matricardi, Rossi Medardo SpA, Piegallini e Pignotti, SIPA, Sabatini SpA, Cobit, Eurobuildig SpA, Moretti, Edil PM, GEIE, Adriatica Bitumi, Gasparetti, Acciarri Costruzioni, Lupi, Soledil, Di Giacinti, Multiservizi, AR Alessandrini, mentre per le più piccole saranno organizzate assemblee di zona e di comune. I risultati delle assemblee e le votazioni saranno trasferiti a livello regionale ed inviati alla struttura unitaria nazionale per l’invio della piattaforma definitiva all’ANCE – controparte industriale.