Buio in sala alle 21.15 al Teatro della Fortuna per l’ultimo appuntamento della sezione “Commedie e Classici” di Fano Teatro ‘06/’07, stagione di prosa organizzata da Fondazione Teatro della Fortuna in collaborazione con AMAT, Associazione Marchigiana Attività Teatrali, e sostenuta da Banca Marche e Aurora Assicurazioni.
Siamo a Vigàta, universo intriso di paradigmatica “sicilitudine”, panoramo nel quale si sviluppa La concessione del telefono, riduzione scenica di un romanzo di culto, operata dall’autore Andrea Camilleri insieme a Giuseppe Dipasquale, a sua volta artefice della regia. Nei ruoli principali autentici beniamini del pubblico: Francesco Paolantoni con due attori storici dello Stabile di Catania, Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina. Un testo che affonda profondamente nell’humus e nel cuore della Sicilia, fra i romanzi di Camilleri è uno dei più divertenti, una specie di commedia degli equivoci e degli imbrogli, che trova la sua ambientazione ideale in un'isola da secoli terra di contraddizioni. La Vigàta dello scrittore agrigentino diventa ogni volta metafora di un modo di essere e ragionare le cose di Sicilia.
L'equivoco, che ridicolmente fa da motore all’intera vicenda, è lo scambio tra due lettere dell'alfabeto. Il protagonista, Filippo “Pippo” Genuardi, per ottenere la concessione di una linea telefonica per uso privato, fa domanda formale al prefetto di Montelusa, denominandolo Vittorio Parascianno anziché Marascianno, come in realtà questi si chiama. Da qui una storia articolata, che coinvolge non solo Genuardi, siciliano qualsiasi, e la sua famiglia, ma anche la Chiesa e soprattutto i vari apparati dello Stato, ovvero Prefettura, Questura, Pubblica Sicurezza e Benemerita Arma dei Reali Carabinieri. E ancora don Calogero Longhitano, il mafioso del paese, nonché quei compaesani, anch’essi siciliani qualsiasi, che involontariamente capitano sulla strada di “Pippo”, mosso solo dalla passione per la giovane suocera.
Anche nella riduzione ad emergere è la lingua di Camilleri. Una lingua personale, originalissima, che calca e ricalca, in una divertita e teatralissima sinfonia di parlate, una meravigliosa sicilitudine linguistica, fatta di neologismi, sintassi travestita, modi d’uso ricalcati dal dialetto. Il fascino della trasposizione scenica punta essenzialmente sulla novità del testo e si sposa tutt’uno con il desiderio di ricercare strade nuove e diverse per la drammaturgia contemporanea. Quando poi, come in questo caso, si è di fronte ad una forma narrativa che invita il lettore a dar corpo ai personaggi, privilegiando il parlato e non la descrizione, ecco che il Teatro si trova ad agire su un campo molto familiare. La parola - ed il giuoco che con essa e di essa è possibile intraprendere - fa di questo romanzo un oggetto naturale da elaborare all’interno di un’alchimia teatrale vitale e creativa.
Antonio Fiorentino firma la scenografia, Angela Gallaro i costumi, Massimiliano Pace le musiche. Con Paolantoni, Musumeci e Pattavina i bravi Marcello Perracchio e Gian Paolo Poddighe insieme ad Alessandra Costanzo, Pietro Montandon, Angelo Tosto, Giovanni Carta, Franz Cantalupo, Valeria Contadino, Angela Leontini, Giampaolo Romania, Sergio Seminara.
Inizio spettacoli. 21.15.
Biglietti. Settore A € 25,00 (ridotto Giovani 22,00); Settore B € 20,00 (18,00); Settore C € 15,00 (13,00); Settore D € 10,00 (8,00).
Info. Botteghino Teatro della Fortuna, tel. 0721 800750 - fax 0721 827443, botteghino.teatro@comune.fano.ps.it, www.comune.fano.ps.it/cultura/prosa/stagione2006. Amat, tel. 071 2072439 – fax 071 54813, www.amat.marche.it.