“Tutto il mondo è paese” al teatro delle Api

“Tutto il mondo è paese” al teatro delle Api

Storie vissute e vicende raccontate: sono le esasperazioni della realtà

Lo spettacolo è della compagnia di Montelparo “Il Murello” e si intitola “Tutto il mondo è paese” ovvero “A storia de u somaru” .
Dopo il successo del primo spettacolo che ha dato il via alla rassegna “Api e buoi dei paesi tuoi”, che aveva fatto registrare il tutto esaurito, si rinnova l’appuntamento con la comicità di casa nostra con uno spettacolo in dialetto fermano di Paolo Mariucci che saprà stuzzicare e far vibrare  le corde dell’ironia.
Dal 1993 la compagnia teatrale "Il murello", calca i teatri e le piazze della regione Marche (e non solo!) portando rappresentazioni dialettali dell'area fermano - maceratese. Tutto questo per far conoscere  la “marchigianità” in ogni suo aspetto . Si cerca di recuperare le radici della gente locale ascoltando anche i grandi vecchi parlare, e, prima che tanta storia e cultura vada smarrita, si cerca di fermare il tempo portando sulle scene quanto è possibile. Personaggi scomparsi che tornano a vivere; abitudini e consuetudini  oramai dimenticate tornano a far parlare di se.
“In una società orgogliosa di vivere 1'epoca del villaggio globale, - spiega Paolo Mariucci -  spunta invece l'ancestrale e genetica verità che è quella dell' "hic  sunt leones", (oltre qui il nulla, niente più cultura) una volta aperta la porta di casa. Il terribile "fitturu" (o pirolo, con cui ancoriamo a terra la corda che dall’altra parte tiene legato l’animale) che poniamo appena a 20 centimetri dalla nostra sfera vitale. Più il nostro simile è lontano, più ampio è il nostro territorio da difendere e viceversa. Fino ad arrivare all'ego più puro trovandoci nell'intimità della famiglia. Storie vissute, vicende raccontate; esasperazioni teatrali della realtà. Francamente non so dove finisce il teatrale ed inizia l'esasperazione della realtà reale, almeno per come ognuno di noi riesce a vederla. Ci tengo a sottolineare che questa commedia è datata gennaio 1998 e che non userò prefazioni cinematografiche del tipo "luoghi, fatti e personaggi sono puramente inventati. Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale". Non è vero. Nulla è inventato. Solo che non so se è già successo, sta succedendo o succederà in futuro; non so se è successo vicino al mio “fitturu” o in quello di chi sta leggendo. Qui è successo a  Bruno, coprotagonista della commedia (il vero protagonista è la gente; o meglio "a jende"); apparentemente impermeabile a quanto succede, ma con un carattere indispensabile per poter tenere legati insieme tanti personaggi "reali" per il tempo di scrivere o interpretare 50 pagine. Figuratevi Voi se il barista si metteva a controbattere ogni singolo pensiero espresso da un qualsiasi cliente! Non si sarebbe mai andati avanti! La commedia comunque non ha né capo né coda,  relative sono le storie dei personaggi. E' solo apparenza; solo uno spaccato di vita preso in prestito a caso da un qualsiasi paese del mondo, da un qualsiasi quartiere di ogni città, di ogni singolo luogo dove esista una pur semplice relazione di uomini”.

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