Solitudini, il deserto dell'indifferenza

Solitudini, il deserto dell'indifferenza

Un libro che ha una valenza artistica ma anche sociale

Sarà presentato sabato 10 marzo a partire dalle ore 17.00 nella sala San Carlo del Museo Archeologico Savini di Teramo. Alla presentazione, curata da Giammario Sgattoni e Maria Teresa Barnabei, interverranno l’assessore alla cultura della Regione Elisabetta Mura, i sindaci di Teramo e di Montorio Gianni Chiodi e Alessandro Di Giambattista, l’assessore alla cultura del comune di Teramo Mauro Di Dalmazio e il direttore del Museo Savini Paola Di Felice. Il pomeriggio sarà intervallato da musiche e spettacoli.
“Solitudini”, la cui pubblicazione è stata resa possibile dall’amministrazione uscente del Consorzio BIM, è un volume di 144 pagine che raccoglie 226 fotografie in bianco e nero realizzate sull’introspezione UNA FOTO SCATTATA DA PAOLO DI GIOSIAculturale e accompagnate dai testi di Antonio Valleriani, Maria Teresa Barnabei, Sergio Rosa, Anna Vaccarili e Giammario Sgattoni.
Nell’opera Di Giosia analizza il tema della solitudine da diversi punti di osservazione e in diverse situazioni. "Ne sono testimonianza - si legge in un saggio di Maria Teresa Barnabei contenuto nel volume - le numerose figure di donne spesso ritratte con lo sguardo perso in una contemplazione non del proprio io ma della propria infinita solitudine".
Il volume quindi non ha una valenza solo artistica, ma presenta una notevole importanza anche a livello sociale. Canta in forma poetica le avventure della differenza, delle sue figure, i suoi erramenti, le sue sconfitte, le sue sofferenze, i suoi silenzi. Di Giosia, si legge nella presentazione del testo fatta da Antonio Valleriani, ricostruisce il profilo di un mondo che è il deserto dell’indifferenza, di cui è responsabile la ragione pura, la quale con la sua luce accecante non può tollerare le ombre della diversità, cioè le figure della differenza, che ne appannano la luminosità. Di qui le esclusioni e le emarginazioni che sono le cause delle solitudini degli individui.
Le immagini e i testi del libro rappresentano una denuncia e un invito ad essere più solleciti verso le sofferenze dell’altro, di cui le solitudini sono i messaggeri silenziosi, che non tanto richiedono di essere visti e spettacolarizzati con l’intelletto quanto piuttosto di essere ascoltati e incontrati col cuore.

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