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Neffa come Huxley, quando si sogna un mondo migliore
Neffa: "Tra me e me qualcosa non torna. Ma c'entra la musica"
Con queste parole Neffa esordisce all’incontro con gli studenti delle scuole superiori, in attesa del concerto di sabato sera al Teatro Ventidio. “Alla vostra età – confessa il cantante – non ero un tipo popolare, ero un po' ai margini e così mi sono buttato nella musica e proprio grazie alla musica ho incontrato la vita”.
Prosegue la marcia di avvicinamento allo spettacolo “Alla fine della notte Tour” che porterà l’artista bolognese d’adozione a esibirsi nel Teatro Massimo ascolano. L’attesa cresce e gli studenti sono ansiosi di conoscere da vicino il cantautore: “Cosa rappresenta per te la musica?” – chiedono incuriositi.
Ecco allora la persona che non ti aspettavi, un cantante che vive di musica e della musica ha fatto la sua fede, un cantante lontano dall’idea che al giorno d’oggi valga soprattutto l’apparenza e l’immagine: “ Non ho mai pensato di dover cambiare la mia personalità per piacere a qualcuno. Non sento più nemmeno la necessità di cambiare il mio nome Neffa che forse per un quarantenne non è il massimo. Ne “Il Mondo Nuovo ho immaginato, come Huxley nell’omonimo libro, che ci stiamo avvicinando ad una società dove il processo evolutivo sta condizionando troppo l’uomo e lo sta portando alla perdita delle idee e dei valori. Alla fine il rischio è esser proprio trascinati via da quell’onda e a quel punto solo il sentimento è in grado di salvarti”.
Il rapporto Neffa e la musica: “ La musica è una forma d’arte e l’arte è imitazione della vita. La musica è la ricerca del bello e l’arte ti piace perché fondamentalmente ricorda la tua vita. Non esiste nulla di più bello di una vita vissuta pienamente”.
Il cantante parla poi della sua esperienza da adolescente :“ Da ragazzo mi sono costruito un mondo a parte. Quando sei giovanissimo pensi che gli occhi siano tutti su di te e non pensi ai tuoi occhi sul mondo. È così che ho finito per pensare di non piacere e mi sono chiuso in me stesso. Il mio silenzio, pensavo, può diventare più forte di quattro strilli”. A conclusione dell’incontro Neffa tocca anche argomenti come la scuola. “Sogno una scuola che sia meno nozionistica, ma che insegni a convivere nel rispetto degli altri” poi fa un accenno al terrorismo e alle guerre. “ Non esiste una guerra di religione. Le guerre ci sono perché dietro esistono forti interessi economici”.
Si è fatto tardi, Neffa si congeda dal suo giovane pubblico. L’appuntamento è per sabato al Teatro Ventidio Basso per ascoltare un cantante unico nel suo genere e che ha fatto della musica la sua ragione di vita. “Tra me e me – confessa – qualcosa non torna. Ma c’entra la musica”.