Lo spettacolo è uno spaccato feroce e visionario sul fenomeno mafioso
La stagione di prosa è organizzata da Fondazione Teatro della Fortuna in collaborazione con AMAT, Associazione Marchigiana Attività Teatrali, e sostenuta da Banca Marche e Aurora Assicurazioni. Lo spettacolo è anche il primo della rassegna Teatroltre ’07 promossa da Provincia di Pesaro e Urbino, Fondazione Teatro della Fortuna, i Comuni di Pesaro e Urbino e Amat.
è ormai un rapporto di fiducia e fedeltà reciproca quello che lega il pubblico fanese alla regista e autrice palermitana, uno sempre numeroso ed entusiasta, l’altra mai deludente. Artista di grande talento e ormai di fama italiana e internazionale, torna con uno spettacolo che ha debuttato all’inizio di questa stagione.
Ancora una volta si parte da due cardini fondamentali: Sicilia e famiglia. Ma il tema centrale questa volta è la mafia, o meglio, i comportamenti mafiosi, i legami e i meccanismi psicologici che governano le relazioni, il “folclore”, l’affiliamento, i giuramenti, le menzogne che caratterizzano questi sodalizi di morte. La Dante racconta la mafia, come agisce, dove si nasconde, come si mimetizza, come arriva ai centri del potere politico e decisionale; rielaborando i rituali grotteschi della “sacra famiglia” che si spartisce e divora a morsi l’Italia. Un'opera di forte impegno civile, legata alla storia e all'attualità del nostro Paese. “Lo spettacolo parla del potere che gestisce tutto – ha detto Emma Dante al quotidiano La Repubblica?. La mafia non è certo un problema solo siciliano; siamo stanchi di difenderci da questo luogo comune”. Attenta alla cronaca ma senza rinunciare alla sua personale cifra densamente simbolica e fatta anche di apparati scenici e visuali, (“per me il teatro – ha confidato ? non è tanto uno show, quanto uno scambio intellettuale fra attori e pubblico”), invita a non fare confusione, “un conto sono gli atteggiamenti mafiosi, la prevaricazione, un conto è la mafia, quella vera, sanguinaria e feroce che ammazza e delegittima la verità, che gestisce l’economia del paese e sa adattarsi ai cambiamenti, nascondersi e ricomparire, quella di fronte a cui siamo tutti responsabili se ci ostiniamo a far finta di niente.”
I cani di bancata sono quelli che si aggirano fra i banchi dei mercati popolari palermitani in perenne attesa che qualcuno getti loro qualcosa da divorare. Se i cani sono i mafiosi il loro pasto è per Emma Dante un’Italia che alla fine dello spettacolo appare provocatoriamente a testa in giu. Una ‘cagnara’ volgare, caotica e consortile, cameratesca e spietatamente cinica governata da una Mammasantissima, femmina mostruosa vorace e menzognera che dai suoi figli si fa ubbidire con spietata crudeltà. Non un padrino ma la mafia stessa così come la si respira nelle vie di Palermo, una città che dagli attentati a Falcone e Borsellino è come in stato di guerra, “un trauma che la mia generazione – spiega Emma Dante - ha elevato a cultura di pace”.
Per la profondità e la potente suggestione visiva con cui tratta un tema di così alto impegno sociale, lo spettacolo è stato ovunque accolto – nella recente tournée europea – con consenso entusiasta di pubblico e critica. Il Corriere della Sera ha elogiato “la bravura del gruppo e l’impegno a trattare un tema così tragico e difficile”; per L’Avvenire lo spettacolo è un esempio di “teatro visionario ed estremo che, viene da Sud e del Sud impietosamente, e pure con struggente poesia, mostra ferite e dolori”, mentre il quotidiano parigino Le Monde titola nell’edizione del 19 gennaio scorso: “Emma Dante, l’indignata di Palermo”.
Lo spettacolo è una produzione CRT in collaborazione con Palermo Teatro Festival. Il testo, la regia e i costumi sono di Emma Dante, le scene di Emma Dante e Carmine Maringola, le luci di Cristian Zucaro. In scena Sandro Maria Campagna, Sabino Civilleri, Salvatore D'Onofrio, Ugo Giacomazzi, Vincenzo Di Michele, Manuela Lo Sicco, Carmine Maringola, Stefano Miglio, Alessio Piazza, Antonio Puccia, Michele Riondino. Inizio spettacoli. 21.15.