Figura controversa a metà tra l’archeologo e l’amatore dilettante di “chincaglierie picene". Così le chiama in una lettera lo stesso Compagnoni. La massa di materiali che Compagnoni aveva raccolto era di tutto rispetto. In vecchiaia, però, le difficoltà economiche lo spinsero a venderla per racimolare di che vivere.
Così un lotto di pezzi selezionati uno per uno per le loro peculiari caratteristiche montegiorgesche finirono nel grande museo didattico che Luigi Pigorini stava organizzando a Roma. Lì arrivarono i materiali provenienti dagli scavi più recenti, un gruppo a Bologna e un lotto sostanzioso ad Ancona dove però fu scempiato da un bombardamento durante l’ultima guerra.
Il restante, cospicuo materiale raccolto da Compagnoni fu acquistato dall’Università di Jena. Questi reperti erano stati raccolti dallo studioso in gruppi, spesso in forma di veri e propri corredi, costituendo per questo motivo il nucleo più interessante per lo studio dei piceni di Montegiorgio, e mostrando l’evidenza di una ricca comunità organizzata per gruppi gentilizi autonomi ognuno col suo specifico costume .
L’esposizione di questi preziosi pezzi, che sarà inaugurata il 22 febbraio alle 18 e resterà aperta fino al 15 agosto presso il Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno (8,30-19,30 dal martedì alla domenica), è stata organizzata nell’ambito di un progetto comunitario promosso con fondi europei dalle Università di Jena e di Capodistria assieme al Comune di Udine, e comprende anche alcuni pezzi sloveni e croati per illustrare i rapporti tra le due sponde adriatiche.
L’inaugurazione sarà preceduta alle 17, nella Sala dei Savi di Palazzo dei Capitani, da una introduzione di A. Naso, A. Coen e S. Seidel, gli archeologi che stanno proprio ora pubblicando tutti i reperti di Collegata a questa mostra è in programma una tavola rotonda sul tema “Realizzazioni, progetti e prospettive per lo sviluppo dell’archeologia in Adriatico” che si terrà sempre giovedì 22 febbraio, alle 10,30, alla Cartiera Papale.
E’ prevista la partecipazione di studiosi delle Università di Jena e Capodistria, Macerata e Bologna, del Comune di Udine, dei rappresentanti della Provincia di Ascoli e degli Amministratori locali.