Beuys, uomo arte e natura

Beuys, uomo arte e natura

La presentazione al Palazzo dei Capitani, in Piazza del Popolo

Lucrezia De Domizio Durini, Agostino Agostani, Paola Pallotta, Anna Laura Petrucci, Vitantonio Russo.
Lezione/Visita guidata della mostra: Creatività individuale e creatività sociale, il valore del progetto
Si prevede una mostra creativa degli studenti intorno all’Evento La natura di Joseph Beuys.
Joseph Beuys (Krefeld 1921-Düsseldorf 1986) fin dai primi anni Sessanta si è imposto come uno dei protagonisti dell’Arte contemporanea d’avanguardia. Ha partecipato alle prime manifestazioni del gruppo Fluxus e ha poi delineato il suo lavoro nell’area delle performances e dell’impegno politico, sociale, ambientale, umanitario ed economico.
Ha fondato movimenti culturali come l’Organizzazione per la Diretta Democrazia e la Free International University: F.I.U. Presente alle rassegne internazionali più prestigiose dalle Documenta Kassel alle  Biennali di Venezia, ha tenuto un’importante antologica al Guggenheim Museum di New York.  Le opere di Joseph Beuys sono conservate nei maggiori Musei del mondo.
Dal 1971 fino a pochi giorni prima di morire, la presenza del Maestro tedesco in Italia è stata costante più che in qualsiasi altro paese al mondo. Beuys in Italia -e precisamente nel piccolo paese abruzzese di Bolognano, dove aveva uno Studio ed ha avviato la creazione della famosa Piantagione Paradise- trovò  il terreno fertile per diffondere il suo credo fatto di amore e di fraterna collaborazione fra uomini liberi.
“….noi piantiamo alberi, e gli alberi piantano noi, poiché apparteniamo l’uno all’altro e dobbiamo esistere insieme. E’ qualcosa che accade all’interno di un processo che si muove in due direzioni diverse allo stesso momento. L’albero ha dunque coscienza dell’albero. E’ dunque di enorme importanza che si tenti di creare o stimolare un’interesse per questo tipo di interdipendenza. Se noi non abbiamo rispetto per l’autorità dell’albero, o per il genio, o per l’intelligenza dell’albero, troveremo che l’intelligenza dell’albero è talmente enorme da permettergli di decidere di fare una telefonata per comunicare un messaggio sulla triste condizione degli esseri umani. L’albero farà la sua telefonata agli animali, alle montagne, alle nuvole, e ai fiumi; deciderà di parlare pure con le forza geologiche, e se l’umanità fallisce, la natura avrà una vendetta terribile, una vendetta terribilissima che sarà l’espressione dell’intelligenza e un tentativo di riportare gli esseri umani al lume della ragione attraverso lo strumento della violenza. Se gli uomini non possono far altro che rimanere imprigionati nella loro stupidità, se si rifiutano di dare considerazione all’intelligenza della natura, e se si rifiutano di mostrare una capacità di entrare in un rapporto di collaborazione con la natura, allora la natura farà ricorso alla violenza per costringere gli uomini a prendere un altro corso. Siamo giunti ad un punto in cui dovremo prendere una decisione. O lo faremo, o non lo faremo.  E se non lo faremo, ci troveremo a dover fronteggiare una serie di enormi catastrofi che si abbatteranno su ogni angolo del pianeta.”