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Giornata della memoria, un concerto per non dimenticare
L' Olocausto nei brani dei compositori ebrei scomparsi
gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Le vittime della Seconda Guerra Mondiale furono 32 milioni, di cui 20 milioni civili i più vecchi, donne, bambini. A loro bisogna aggiungere le vittime dei campi di sterminio nazisti e giapponesi: 26 milioni, di cui 6 milioni di ebrei. Nei lager nazisti furono soppressi anche detenuti politici, militari catturati durante la campagne di Polonia, Russia, nei Balcani, zingari, testimoni di Geova, omosessuali, appartenenti a etnie slave.
La storia del genere umano ha conosciuto innumerevoli eccidi e stermini; ma quello attuato in Europa contro gli ebrei differisce dagli altri per le sue caratteristiche di radicalità e scientificità. Mai era accaduto, ad esempio, che persone abitanti nell’isola di Rodi o in Norvegia venissero arrestate per essere deportate in un luogo (Auschwitz) appositamente destinato ad assassinarle con modalità tecnologicamente evolute. Per questo si parla di “unicità” della Shoah: un vocabolo ebraico che significa catastrofe, distruzione.
Per questo, in occasione del “Giorno della Memoria” , l’Amministrazione Comunale ha organizzato per sabato 27 gennaio, alle ore 10.30, presso l’Auditorium Carisap in rua del Cassero, un concerto che proporrà musiche di giovani compositori e poeti ebrei uccisi nell’Olocausto, nell’esecuzione di Luca Mengoni, Federico Bracalente e Lisa Paglin.
“Un momento di riflessione su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti – dice l’assessore alla Pace, Gianni Silvestri - in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. Ricordarsi di quelle vittime serve a mantenere memoria delle loro esistenze e del perché esse vennero troncate. E la memoria di questo passato serve ad aiutarci a costruire il futuro”.