La trasmissione, moderata da Marco D'Emidio, è stata impostata sul modello "Uno contro tutti". E' stato veramente così: i voti, stavolta, li diamo noi.
I giornalisti. A spezzare la noia della prima parte ci prova Mario Paci (voto 7) che prova a chiedere al presidente quanto vale l'Ascoli: «30 milioni di euro»? ipotizza. Benigni comincia il suo slalom, non risponde, pungola il giornalista, dicendo che il sistema che porta alla quotazione della sua società di calcio dovrebbe essere quello usato da Siena o Parma, e cioè, sembra di capire, il metodo non è partire da una base d'asta. Prende la parola Ferretti (7,5) e pone a raffica tre domande: «Presidente, sono più i suoi errori o qualcuno ha sbagliato di più? Questi errori sono rimediabili? La società può avere un futuro in una serie A con 16 o 18 squadre»? Le risposte vengono date a pezzi e bocconi, più tardi, nel corso della trasmissione. Per onestà il presidente ha saputo assumersi la propria responsabilità per quanto riguarda alcuni errori. Un numero, finalmente, viene detto: la salvezza è data al 70%.
Fiaccarini ha meno spazio degli altri (voto 6,5) chiede come mai in società si sono succeduti tanti direttori sportivi, citando il moggiano Nello De Nicola, alla corte di Benigni per pochi mesi. «Io cerco un direttore generale, e non sportivo, -ha risposto Benigni- quindi con competenze più ampie, ma in giro ce ne sono pochi, al massimo 10 e questi non vengono ad Ascoli perchè sono corteggiati da squadre più importanti». «E De Nicola? Perchè è stato cacciato»? incalza Fiaccarini. «Non posso riferire gli errori di De Nicola» è la risposta del presidente, che in verità si sbottonerà più tardi, a ridosso della chiusura del programma, quando dirà che ad inizio campionato erano stati individuati tre giocatori da prendere (Guberti, Barusso e un ungherese che sta ell'Inter) e ne arrivò solo uno. Prima di parlare del ruolo dei politici in trasmissione cerchiamo di salvare le cose buone e comprensibili (cioè domande e risposte) del programma.
Assetto societario: Benigni, nell'ordine, ha detto di essere interessato ad allargare la base societaria e di essere in costante contatto con alcuni imprenditori ascolani che potrebbero dare un contributo alla causa. In pratica sarebbe disposto a continuare ad essere il maggiore azionista, ma non con il 92% delle quote che detiene attualmente. Acquisti e cessioni: il presidente ha detto che potrebbe arrivare Konan e per Delvecchio è possibile la rescissione del contratto, viste le sue precarie condizioni di salute, così come per Foglio. Allenatore preferito: Pillon. Contratti dei giocatori: per Fini è previsto un rinnovo triennale. Capitolo tifosi: il presidente ha ribadito che il ruolo della curva è fondamentale è quando ha proferito le parole «L'Ascoli sono io», si riferiva esclusivamente all'assetto societario. Ha ribadito più volte l'importanza della tifoseria. Le minacce: «La squadra non stava per essere iscritta al campionato dopo la diatriba con il Comune» (tra l'altro questione ancora aperta), alla quale è stata dedicata tutta la prima parte del programma.
Il ruolo dei politici in studio. Inutile la partecipazione di Luciano Agostini (voto 2, uno in più perchè ci rappresenta in Regione), lontano anni luce dal linguaggio sportivo. I suoi interventi erano lunghissimi e quasi mai terminavano con una domanda. Diverso il discorso per l'Assessore Stallone, voto 5 per la simpatia. Non li avrei chiamati entrambi, dando la precedenza al botta e risposta, dando la possibilità ai giornalisti di fare più domande e di pretendere delle risposte. Altrimenti un presidente che va a fare in tv? Nota dolente: non è stata affatto affrontata la vicenda Covisoc, nè chiarita la campagna acquisti con la sola formula del prestito. Lo spazio a disposizione meritava di essere sfruttato meglio: mi rendo conto che non era cosa facile. Il presidente, su domanda di Ferretti, ha comunque detto che i 5 milioni di euro ricavati dalle cessioni dell'anno scorso sono bloccati (non ha detto da chi), e che la società non ha liquidità, nonostante il bilancio sia in attivo. Marco D'Emidio (voto 6), era nella gabbia con la tigre. Voto della trasmissione: fino alle 21:40 merita 4,5. E' troppo forte la tentazione di cambiare canale (anche perchè su Rai3 c'è Antonio Albanese (voto 8) ospite della Dandini, stesso voto). Lo show si riscatta negli ultimi 20 minuti, quando arrivano le risposte più concrete. Voto a Benigni: 5 (provaci ancora, presidente) se si decide di rompere il silenzio stampa, poi si devono affrontare le domande.