Libreria Rinascita: 'Io sono innocente' di Stefania Guarracino e Rossana Castiglia: dieci interviste a dieci donne detenute, una riflessione sui diritti dei detenuti in Italia

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Libreria Rinascita: 'Io sono innocente' di Stefania Guarracino e Rossana Castiglia: dieci interviste a dieci donne detenute, una riflessione sui diritti dei detenuti in Italia

Ascoli - Il libro edito da Edizioni MEA “Io sono innocente” sarà protagonista dell’evento online a cura del collettivo ‘Gli Ultimi Saranno’ e della Libreria Rinascita in programma lunedì 1 febbraio alle ore 17 e 30. La presentazione del volume sarà a cura dell’autrice Stefania Guarracino. Introducono il dibattito Eleonora Tassoni e Raffaele Bruno. Intervengono Federica Palo, Maurizio Capone, Blindur, Enzo Colursi (Luk) e Alessandro Freschi (Frè).


La diretta dell’evento potrà essere seguita sulle pagine Facebook de ‘Gli Ultimi Saranno’ e della Libreria Rinascita.


La sinossi del libro

“Io sono innocente” edito da Edizioni MEA e scritto da Stefania Guarracino e Rossana Castiglia raccoglie dieci interviste a dieci donne che stanno scontando la loro pena in carcere. Madri, figlie, amiche, sensibilità che chiedono rispetto, e un’altra chance. Nel saggio emerge in modo delicato quanto spesso passa in secondo piano, ma che costituisce, invece, il fulcro della detenzione. Il fatto, cioè, che chi si trova dietro le sbarre non è un numero o un codice, ma una persona con un cuore e un’anima pulsanti e degni, come tutti, di attenzione, cura e diritti.


La tematica dell’affollamento delle prigioni, in un momento storico come quello che viviamo, caratterizzato dalla piaga della pandemia globale di Covid-19, diventa ancor più urgente e centrale. Portandoci così tutti a una sacrosanta riflessione sulle condizioni di vita dei detenuti e delle detenute nelle carceri e negli istituti penitenziari italiani.

Luoghi concepiti come centri di riabilitazione, educazione e riscatto per migliaia di persone, che attendono di tornare a far parte di quella società che abbiamo tutti il dovere di costruire e rendere migliore. Trascorrere interi e lunghi anni della propria vita in celle ristrette, prive di quegli spazi vitali indispensabili per sviluppare e riscattare la propria personalità, da condividere peraltro forzatamente con altri individui, è una circostanza insopportabile e a cui porre fine.


La pandemia, come detto, ha inoltre ulteriormente peggiorato quella che è una vera e propria emergenza esistenziale per chi sconta la sua pena carceraria, mettendo talvolta a rischio la vita dei soggetti fisicamente più deboli.