Ascoli - Presso la sala conferenze della Libreria Rinascita, dalle ore 17 alle ore 19, nei prossimi tre martedì di novembre si terranno degli intressanti approfondimenti su Leopardi, Dante e Cecco D'Ascoli a cura del prof. Emilio Di Vito.
5 novembre Il linguaggio della poesia leopardiana
Dai suoi inizi al nostro tempo, la critica leopardiana rivela la sua difficoltà nel conciliare il pensiero e la poesia dell'autore. Da Gioberti a De Sanctis, da Croce a Timpanaro, fino a Severino e Galimberti, la poesia di Leopardi è stata di volta in volta contrapposta al “pessimismo” o “nichilismo”, come viene definito il suo pensiero. In tal modo Leopardi è stato definito poeta dell'idillio (Croce) o poeta “energetico” o materialista premarxista, progressista perché antispiritualista, o il nome al quale si debbano ascrivere molteplici esperienze letterarie.
Il senso della poesia leopardiana sfugge sia alla critica materialistica e idealistica, sia al nichilismo, sia alla negazione dell'identità dell'autore, perché la metafisica implicita in tali prospettive critiche appartiene a un'epoca di cui Leopardi annuncia la fine.
La meditazione poetica leopardiana trova senso nel suo essere oltre i concetti e le idee dei suoi critici. Essa è il linguaggio della poesia che non indica nuove ideologie ma e' misura della svolta alla quale e' chiamata la civiltà' occidentale affinché il suo tramonto sia un altro inizio.
12 novembre Dante: linguaggio e politica
Dopo il progetto del totalitarismo di fondare l'uomo nuovo e la negazione dell'”uomo dell'Umanesimo” teorizzata dallo strutturalismo linguistico ed ideologico, si e' riproposta la meditazione filosofica del rapporto tra comunicazione, dialogo, democrazia e totalitarismo ( da Otto Apel a Horckeimer...). Si ripresenta così nella sua attualità il tema aristotelico del nesso logos e politicità, come principio fondativo dell'umanità' dell'uomo come singolo e come comunità.
19 novembre La solitudine di Cecco
Nell'opera di Cecco campeggia un'unica, grande individualità:Cecco. La solitudine è rivelazione del suo carattere e destino storico, e insieme cifra metafisica del suo universo, che spiega la sua contrapposizione a Dante e il fascino che continua ad esercitare.