In scena il 22 giugno: 'Simeone e Samir' sul dialogo interreligioso. Un rito collettivo di memoria e musica con 'Piccoli funerali'. Ai filarmonici 'U figghiu', racconta la pazzia. Ore 12: Incontro con le compagnie Kronoteatro e Controcanto Collettivo alla Libreria Rinascita, ore 19: Alessandro Zaccuri presenta 'Nel Nome'. Affluenza record, necessario prenotare per San Pietro in Castello
Ingresso libero fino esaurimento posti disponibili
Ascoli - Giornata intensa per I Teatri del Sacro, il festival - in scena nel capoluogo piceno fino a domenica – sta facendo registrare un’affluenza record e si attende un vero boom di presenza per sabato quando gli appuntamenti in programma sono ben 5: alle 12 l’incontro con gli artisti a l’Impronta, alle 17 PICCOLI FUNERALI ai Giardini Vescovili (replica alle 22), alle 19 presentazione del libro di Alessandro Zaccuri NEL NOME alla Libreria Rinascita, alle 20.30 ai Filarmonici U FIGGHIU e infine alle 22 SIMEONE E SAMIR in scena a San Pietro in Castello (replica anche il 23 giugno).
Il 22 giugno alle ore 17 appuntamento con PICCOLI FUNERALI, allestito nei Giardini Vescovili. Lo spettacolo di Maurizio Rippa è un rito dolcissimo di poesia e musica che conduce lo spettatore in un viaggio nella propria anima e nel ricordo di chi non c’è più, un momento di condivisione catartico per “seppellire i morti” senza dimenticarli. Lo spettacolo sarà replicato alle ore 22.
“Hanno rubato la corona di spine dalla statua della Passione di Cristo!” da questo urlo prende il via U FIGGHIU della compagnia Nastro di Möbius che debutterà alle 20.30 al Teatro dei Filarmonici. A prendere la corona è stato Saro, il figlio di Nino e Concetta, un ragazzo schizofrenico convinto di essere egli stesso la reincarnazione di Gesù Cristo. Ai genitori non resta che “sopportare le persone moleste” contestando l’ipocrisia e le meschinità dei compaesani che non sanno riconoscere la purezza, quasi divina, che risiede nella follia del ragazzo. Chiude la giornata SIMEONE E SAMIR (San Pietro in Castello ore 22.00, replica 23 giugno ore 21.30) è il nuovo spettacolo di Alessandro Berti su testo di Ignazio De Francesco che ben incarna il precetto “insegnare agli ignoranti”. In scena il dialogo tra due uomini, un cristiano e un musulmano, ai tempi dell'incontro tra San Francesco e il Sultano, ottocento anni fa esatti, episodio attualizzato con forza anche dall'altro Francesco, papa Bergoglio, che pochi mesi fa ha spiazzato molti con l'incontro e il documento di Abu Dhabi, un testo fondamentale per il futuro della convivenza tra islam e cristianesimo.
Il 22 giugno il quotidiano appuntamento con l’approfondimento di VOCI FUORI SCENA sarà dedicato a due temi apparentemente distanti e invece profondamente legati: “Il perdono e l’accoglienza” in compagnia di Kronoteatro reduce da SPORCO NEGRO e Controcanto Collettivo, giovanissima formazione romana, in scena con SETTANTA VOLTE SETTE.
Infine alle 19 alla Libreria Rinascita Alessandro Zaccuri, scrittore e giornalista, presenterà il suo ultimo libro NEL NOME dedicato alla figura di Maria: un viaggio letterario e filosofico che parte da una Maria ragazza senza volto, che balla su una pubblicità degli anni Ottanta, si ritrova con la madre sorridente e sofferente, e passando da Giulietta incontra la Maria di West Side Story.
AVVERTENZA SPECIALE PER IL PUBBLICO
Per evitare la ressa e cercare di accontentare tutti è stato necessario approntare un sistema di prenotazione del posto per gli spettacoli allestiti a San Pietro in Castello e ai Giardini Vescovili (il luogo con la minor capienza): è necessario recarsi dalle 10 alle 17 presso l’info point del Festival presso il centro L’Impronta (piazza Antonio Bonfine) e ritirare le contromarche per garantirsi l’accesso in sala (massimo due contromarche per persona). Ogni giorno vengono distribuite le contromarche per gli spettacoli in scena il giorno stesso.
PROGRAMMA DETTAGLIATO 22 GIUGNO
ore 12.00 – Spazio l’Impronta
VOCI FUORI SCENA: “Il perdono e l’accoglienza”
Con Kronoteatro e Controcanto Collettivo
ore 17 e ore 22 – Giardini Vescovili
369gradi
PICCOLI FUNERALI
di Maurizio Rippa
con Maurizio Rippa (voce), Amedeo Monda (chitarra)
Seppellire i morti
Piccoli Funerali, ispirato al famoso libro di Edgar Lee Masters e a Cartoline dai Morti di Franco Arminio, non contiene epitaffi ma porta in scena piccoli funerali, attraverso una partitura drammaturgica e musicale che alterna un piccolo rito funebre a un brano dedicato a chi se ne è andato. Una dedica che è un atto d’amore, un regalo e un saluto, un momento intimo e personale e al tempo stesso catartico, che trova forza nella musica lieve e potente come una folata di vento. Ogni brano è un gesto che riporta ad una memoria. Ogni funerale è raccontato da chi se ne va e attraversa una vita appena vissuta.
Uno spettacolo commovente e dolcissimo capace di accogliere il dolore e trasformarlo in rinascita.
ore 19 – Libreria Rinascita
Rinascita/Crocevia Edizioni
NEL NOME
Presentazione libro di Alessandro Zaccuri
Maria è un nome segreto, un gioiello fuori dal tempo. Mettersi sulle tracce di un nome è sempre un'avventura, non esistono mappe né percorsi prestabiliti. Alessandro Zaccuri inizia questo viaggio da solo, punta il suo compasso sulle Marie dei Vangeli e da lì si muove per scrivere la sua preghiera del nome. Parte da una Maria ragazza senza volto, che balla su una pubblicità degli anni Ottanta, si ritrova con la madre sorridente e sofferente, e passando da Giulietta incontra la Maria di West Side Story, incrocia Borges, Giotto, Lippo e poi Kurtz e Achab, per arrivare infine alla Marie di Le Corbusier sulle vetrate della Notre-Dame-du-Haut. E mentre invoca e ripete questo nome, vive il dubbio, lotta contro i sette demoni e dissemina il suo rosario in luoghi imprevedibili, trasformando il suo e nostro viaggio in una benedizione, invisibile e leggera.
ore 20.30 - Teatro dei Filarmonici_PRIMA NAZIONALE
Nastro di Möbius
U FIGGHIU
testo e regia Saverio Tavano
con Francesco Gallelli, Loredana Ponti, Saverio Tavano
in collaborazione con Teatro delle Arti-Lastra a Signa, Teatro la Bufa-Amantea
Sopportare le persone moleste
È il giorno di Pasqua, è sera, e tutta la gente del paese è riversata in piazza, borbotta: “hanno rubato la corona di spine dalla statua della Passione di Cristo!”. L'ha rubata Saro, il figlio di Nino e Concetta. Saro è un ragazzo schizofrenico, si è serrato in casa lasciando all'esterno anche i propri genitori, si è appropriato della corona di spine, convinto di essere egli stesso la reincarnazione di Gesù Cristo.
Nino e Concetta aspettano dinanzi il portone, attraverso il loro dialogo si entra nel loro mondo, fatto di sacrifici, abnegazioni, sopportazioni, soprattutto da parte della madre Concetta che nonostante il dolore dato dall'ipocrisia e dal giudizio della gente del paese, sostiene con amore misericordioso la purezza, quasi divina, che risiede nella follia del figlio, con un'accettazione che solo una madre può avere nei confronti di un figlio che soffre di una malattia mentale. Solo la madre riconosce la purezza del figlio e solo il figlio riconosce il richiamo della madre, che ristabilirà la quiete nel paese.
ore 22.00 – San Pietro in Castello_PRIMA NAZIONALE
Casavuota/Unedi
SIMEONE E SAMIR, dialoghi notturni tra un cristiano e un musulmano
uno spettacolo di Alessandro Berti
dal libro omonimo di Ignazio De Francesco
con Alessandro Berti e Sergio Brenna
organizzazione Gaia Raffiotta
Insegnare agli ignoranti
Simeone e Samir racconta il dialogo tra due uomini, un cristiano e un musulmano, situato ai tempi dell'incontro tra San Francesco e il Sultano, ottocento anni fa esatti, episodio attualizzato con forza anche dall'altro Francesco, papa Bergoglio, che pochi mesi fa ha spiazzato molti con l'incontro e il documento di Abu Dhabi, un testo fondamentale per il futuro della convivenza tra islam e cristianesimo.
Simeone e Samir racconta il dialogo tra due uomini, un cristiano e un musulmano, situato ai tempi dell'incontro tra si concentra su certe invariabili di un dialogo possibile tra fedi, situando l'azione in una grotta, di notte, alla vigilia di una battaglia tra esercito crociato e esercito islamico. I personaggi in scena, un medico cristiano apostata, furbetto, inquieto, e un brigante islamico tutto cuore e devozione, fanno assieme un percorso di conoscenza obbligato, un corso accelerato di dialogo: prima si scontrano, poi dibattono, poi ricordano, infine arrivano a cantare e addirittura danzare assieme, prima di un finale inaspettato in cui dovranno decidere se e come continuare la fuga da chi per vari motivi li sta braccando.
In scena quindi un dialogo che parla in modo popolare di fede, di teologia ma anche di poesia, un teatro in cui la musica, il canto e la parola detta, nella loro semplicità pre-tecnologica, richiamano chi guarda e ascolta all'Eterno comune. Interumano prima che interculturale e interreligioso.