Ascoli – I dati presentati a due mesi dall’inaugurazione di “Forme del paesaggio. 1970-2018”, di Tullio Pericoli, sono l’esempio
di un concetto che spesso ripetiamo: “la cultura fa asfaltare le strade”.
Concetto sufficientemente “volgare” per spiegare quali possano essere i
riscontri economici per un territorio che decide di investire in cultura.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, a due mesi dalla inaugurazione della mostra “Tullio Pericoli. Forme del paesaggio. 1970 – 2018” traccia un primo bilancio sullo stato di avanzamento del progetto.
I risultati sono lusinghieri e sono di buon auspicio per una mostra che resterà
aperta fino al 3 maggio 2020. Partire bene vuol dire avere le basi per
proseguire un cammino che va oltre il significato dell’evento in sé; un passo
importante in un percorso strategico che coglie e valorizza alcune delle
vocazioni naturali del nostro territorio: il paesaggio, l’arte, la storia. La
promozione di un’economia compatibile che può offrire ampie prospettive alle
nuove generazioni.
Un progetto in perfetta coerenza e continuità con tutte le iniziative che la
Fondazione sta aiutando a crescere. Un anno intero, dal marzo 2019 a maggio
2020, in cui grazie ad una mostra di alto livello, la città è al centro
dell’attenzione nell’ambito del turismo culturale.
I primi risultati sono molto soddisfacenti: oltre 2.200 visitatori, la maggior
parte dei quali provenienti da fuori regione (in prevalenza Emilia Romagna e
Lazio); convenzioni e visite guidate con importanti associazioni come Italia
Nostra, FAI e Touring Club; laboratori con scuole di vario ordine e grado
(alcuni già partiti altri in corso di attivazione per l’anno scolastico
2019/2020); interazione con le altre realtà espositive e museali della città.
Oltre 45 realtà economiche del territorio – aziende, professionisti, attività
commerciali, artigiani, società di servizi, ed altro – hanno partecipato alle
varie fasi di allestimento e collaborano per la gestione e comunicazione della
mostra per un totale di oltre 120.000,00 €.
Le principali testate nazionali off ed on line hanno dato ampio risalto alla
mostra ed alla città che la accoglie.
Al recente Salone del Libro di Torino lo stand della Regione Marche, dedicato a
Leopardi, è stato personalizzato con le immagini di alcune opere presenti a
Palazzo dei Capitani. Sempre a Torino un’altra occasione di visibilità per la
città è stata la presentazione del libro “Incroci” di Tullio Pericoli in cui la
galleria dei 20 personaggi incontrati e raccontati – da Umberto Eco a Giorgio
Bocca – inizia con Giuseppe Loggi e Ugo Toria, storici professori di varie
generazioni ascolane.
Una mostra come punto di partenza per fare del paesaggio un tema centrale; una
sede espositiva, meritoriamente messa a disposizione dal Comune di Ascoli
Piceno, che in occasione di questa esposizione è stata resa più fruibile e più
idonea ad ospitare mostre di prestigio; un anno ricco di iniziative e fermento
artistico culturale.
“Sono stati 2.200 i visitatori paganti, in totale 2.500, compresi i non paganti, studenti etc. – dice Maurizio Capponi - Vorremmo che la mostra finisce fisicamente ma non culturalmente. Che sia il là per un nuovo modo di interpretare il turismo culturale, quello dell’arte”.
“Cosa lascia questa mostra fin da subito – dice Carlo Bachetti - Con la Fondazione abbiamo concordato di utilizzare un finanziamento importante per lasciare un’eredità anche fisica, strutturale oltre che essere immateriale collegata alla cultura e alla diffusione del nostro paesaggio, quello che evoca, soprattutto di tanti rappresentanti locali e una figura come quella di Tullio Pericoli. Quindi parliamo di lascito fisico e strutturale proprio perché c’è stato un adeguamento delle sale espositive di Palazzo dei Capitani, che aveva dei limiti per allestire mostre di grande importanza, quindi i lavori eseguiti permetteranno una fruizione migliore e di qualità per le altre mostre che saranno allestite in seguito. C’è un bookshop che resterà in pianta stabile, c’è poi la realizzazione di un nuovo impianto luci dove questo esisteva, forse l’intervento strutturale più importante, ma ora abbiamo lampade con alta resa cromatica e a risparmio energetico. Nell’altra sala dove non esisteva un impianto luci ora c’è uno di ultima generazione con lampade ad ottiche intercambiabili utili ad illuminare anche opere (esempio sculture) di diverso genere.
Ora poi la superficie espositiva è stata aumentata di 41 metri quadrati in più. La mostra e quelle che seguiranno sono ora accessibili anche per le persone con disabilità. C’è stato un apporto personale del Maestro Pericoli a questo proposito di un montascale che prima non c’era. Poi ci sono gli arredi.
I dati.
Sono 46 le aziende e i liberi professionisti che hanno lavorato per realizzare la mostra: il 90 per cento sono del territorio.
Un campione del 10 per cento sui visitatori rivela che il 60 per cento è costituito da pubblico femminile, l’età media 51 anni con profilo culturale medio alto.
Profili anche molto alti, come quello di un fisico nucleare canadese (un incontro di mezzora) appassionato di Pericoli che ci ha dato delle indicazioni bellissime sul paesaggio. Quindi la mostra diventa un dispositivo estroverso perché riusciamo ad avere dalla mostra degli input molto importanti.
Provenienza Italiana
Il 21% viene da Ascoli Piceno, il 28% da altri comuni delle Marche e il 51% da altre regioni.
Provenienza estera
Olanda, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Francia, Germania e Svizzera.
Il Mibac alcuni
anni fa ha prodotto una statistica che evidenziava come per ogni visitatore di
una mostra proveniente da una regione esterna c’è la probabilità che spenda 50
euro sul territorio. Basta moltiplicare questa cifra per comprendere quale può
essere l’apporto economico generato da una mostra che segua delle strategie.
Noi abbiamo previsto che fino ad ora, in soli due mesi, mille visitatori siano
venuti da fuori regione.
Il piano di comunicazione è realizzato, indirizzato, su un’analisi precisa che viene aggiornata a seconda dei dati che vengono prodotti.
Il 32% dei visitatori sono venuti a conoscenza della mostra tramite la stampa (carta stampata), il 22,7% attraverso i manifesti, il 18,9% con il passaparola, il 15,2% dai social, il 4,7% dalla radio e il 6,0% da altre fonti”.
“L’attenzione della stampa sia cartacea che online è stata altissima - dice Maurizio Capponi - e quindi abbiamo avuto un grande ritorno, quindi un grande spazio è stato dedicato alla mostra, ora il nostro impegno è che questo spazio duri nel tempo. La mostra deve interagire con il territorio, per questo si svilupperanno una serie di interazioni come ad esempio Italia Nostra è già venuta, il Fai si sta organizzando, con le scuole lavoreremo in ambito regionale e interregionale. Pericoli è una figura particolare. Alla Fiera del Libro di Torino lo stand delle Marche, regione ospite d’onore del Salone, era personalizzato con le opere, con la grafica di Pericoli. È stato presentato anche un libro, “Incroci”, che parla anche di Ascoli, di professori come Loggi e Toria, che è stato professore di Pericoli, e il libro è stato associato all’immagine della mostra”.
“I social saranno utilizzati per comunicare le visite guidate nel territorio con assaggio di vini e prodotti tipici, il primo incontro è il 21 giugno. Le iniziative che stiamo facendo – aggiunge Bachetti – riguardano anche eventi di utilizzo sensato della mostra. Che collegano la mostra al paesaggio circostante con comunicatori come Carlo Infante (il suo sito è Urban Experience). Quindi la mostra è un “dispositivo”, non solo un’esperienza visiva, che pone delle questioni, che invita le persone a ragionare sul paesaggio. Infante tornerà il 16 giugno a Colle S. Marco, dove ci accoglierà nella cava Giuliano Giuliani insieme ai ragazzi del progetto “Diversamente”, si farà questo “working about” (lavorare su qualcosa, su un tema, ndr) sul pianoro ”.