'Tullio Pericoli. Forme del Paesaggio. 1970-2018': 'Ho cominciato a lavorare come fossi una talpa'

'Tullio Pericoli. Forme del Paesaggio. 1970-2018': 'Ho cominciato a lavorare come fossi una talpa'

Ospitata a Palazzo dei Capitani nella Piazza del Popolo – una delle più belle d’Italia, la mostra, a cura di Claudio Cerritelli, è resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno

Ascoli – La città di Ascoli Piceno, gravemente colpita dal terremoto del 2016, chiama un artista della sua terra per dedicare al suo paesaggio non semplicemente una mostra ma un vero evento espositivo che si aprirà al pubblico il 23 marzo 2019 per terminare oltre un anno dopo, nel maggio 2020. Così, grazie alle opere di Tullio Pericoli, Ascoli Piceno ripensa e si riavvicina al proprio territorio ridando al paesaggio la sua straordinaria rilevanza artistica e culturale.
"...  i quadri sono come un po' una sezione del territorio, io ho infatti cominciato a lavorare come fossi una talpa ...'


Ospitata a Palazzo dei Capitani nella Piazza del Popolo – una delle più belle d’Italia, la mostra, a cura di Claudio Cerritelli, è resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che ha fatto tutto quanto possibile per realizzare l’iniziativa e sostenerla finanziariamente, ritenendo l’evento uno straordinario strumento di promozione del territorio, e al contempo un giusto riconoscimento a chi si è contraddistinto per capacità e creatività in ambito nazionale ed internazionale.

"Che ritorno economico svilupperà la mostra del Maestro Tullio Pericoli per Ascoli Piceno ... Il prof. Papetti illustra la mostra ..."


Forme del Paesaggio è un percorso antologico intorno al tema del paesaggio con una scelta di 165 opere proposte, sala per sala, nel prestigioso palazzo rinascimentale, come un viaggio a ritroso nei quasi cinquanta anni di ricerca che l’artista ha dedicato a questo tema: a partire dalle opere più recenti si risale alle radici della pittura di Tullio Pericoli, tramite un susseguirsi di momenti analitici ed emozionali che esplorano il volto mutevole della nostra terra a partire dalla sua natura più profonda.


Il periodo iniziale si identifica nel ciclo delle “geologie” (1970-1973), costituito da immagini stratificate, sezioni materiche, strutture sismiche.


La fase successiva (1976-1983) pone in evidenza un diverso trattamento del tema paesaggistico con vedute luminose e lievi – acquerelli, chine e matite su carta-, spazi aerei che l’artista concepisce come orizzonti immaginari, memorie di alfabeti, tracce di antiche scritture.


L’esplorazione di nuove morfologie paesaggistiche si avverte in un consistente gruppo di opere (1998- 2009) che, dopo aver rappresentato lo scenario dei colli marchigiani, va progressivamente esplorando i dettagli della natura, i segni e i solchi delle terre.


Il paesaggio, dipinto per frammenti, è una mappa costruita con equilibri diversificati, rapporti instabili che l’artista coglie nella trama di stratificazioni materiche. L’esposizione documenta infine in modo ampio e articolato la stagione più recente (2010-2018) in cui Pericoli ha individuato nuove profondità del paesaggio, con continui rinnovamenti dell’esperienza pittorica.


Significativa è la sala che apre il percorso della mostra, dedicata alle opere che traggono origine dagli sconvolgimenti paesaggistici dovuti agli eventi sismici: forme dissestate, movimenti tellurici del segno e del colore, con immagini restituite in tutta la loro drammatica fragilità.


La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito dalle Edizioni Quodlibet.