Nabucco, la prima è super ma la paura del terremoto frena gli spettatori

Nabucco, la prima è super ma la paura del terremoto frena gli spettatori

Con la cultura si riparte Presenti anche Ceriscioli e Casini Ascoli torna a produrre lirica di qualità

Ascoli - La prima del “Nabucco” nel Teatro Ventidio Basso, nuova produzione della Rete Lirica delle Marche, ha entusiasmato il pubblico. Alla chiusura del sipario cinque minuti di applausi convinti con la consapevolezza di aver assistito ad uno spettacolo di livello artistico molto alto, uno di quelli che restano sicuramente nel tempo, tra i migliori in assoluto nella storia del Massimo ascolano. Lo avevamo detto in sede di commento dell'anteprima per le scuole.

Lo ribadiamo: l'ennesimo colpo di genio del maestro Pier Luigi Pizzi che in questo caso ha firmato regia, scene, costumi e luci. Peccato che lui non fosse in sala a godersi il successo (peraltro già registrato giovedì) a causa di impegni lontano da Ascoli. Molto soddisfatti per il risultato il direttore artistico della Rete Lirica delle Marche Alessio Vlad e tutti gli altri addetti ai lavori.

E' stata assai piacevole con la presenza anche del presidente della Regione Luca Ceriscioli nel palco d'onore insieme al suo vice Anna Casini e al sindaco Guido Castelli. Un grande successo, che premia una produzione seria, sotto la direzione di Luciano Messi, e che riporta il capoluogo piceno nel novero delle produzioni liriche importanti delle Marche. Un rammarico però c'è. Il Ventidio Basso aveva alcune sedie della platea vuote così come alcuni palchi.

Non c'è stato il pienone che di sicuro la recita meritava. Cinquecento circa gli spettatori. Semmai ci fosse bisogno di un'altra prova, purtroppo, il terremoto ha chiaramente frenato la partecipazione del pubblico. In tanti, sempre con la paura addosso, hanno preferito non andare a teatro. «Purtroppo molte persone ancora hanno paura. Bisogna capirle. Comunque mi piace pensare che proprio da questa opera si riparta per il ritorno alla normalità», dice il primo cittadino ascolano.

Per due settimane tecnici e artisti hanno lavorato con grande impegno ad Ascoli incuranti di quanto accaduto. Anche da loro è giunto un contributo a rasserenare gli animi.. «Le Marche ripartono dalla cultura» era ed è il messaggio lanciato dal Consorzio Marche Spettacolo.

Indubbiamente l'aspetto visivo, più di quello musicale, ha fatto colpo sullo spettatore. La «non scena» di Pizzi, fatta semplicemente di una piattaforma e di un fondale, con pochi simboli assiro-babilonesi, giochi sapienti di luci, costumi stupendi, colori e movimenti degli artisti, ha fornito allo spettacolo una incredibile forza espressiva ed evocativa.

Il conflitto tra popoli oppressi e popoli oppressori è stato reso in maniera incisiva ma senza forzature e senza cadere nell'oleografia. Fa notare il sindaco Castelli che coglie l'occasione per un messaggio politico pensando all'attualità: «Nel Nabucco il conflitto si risolve nella riconciliazione tra gli Assiri oppressori e gli Ebrei oppressi nel nome di una fede che accomuna tutti. Che così possano risolversi tutti i conflitti che agitano le nostre vite e le nostre coscienze». “Nabucco” da antologia attraverso una narrazione che ha rotto con schemi classici (solo un intervallo, taglio di alcune cabalette) creando una fluidità e un'attrazione iper lo spettatore incredibili. Se per l'aspetto visivo ha provveduto Pizzi, per quello musicale non è stato da meno il direttore dell'Orchestra Filarmonica Marchigiana Matteo Beltrami.

Un “Nabucco” senza cali di tensione e con tutte le vicende raccontate sempre con energia e sottolineature giuste. Ottima la compagni di canto. Su tutti il baritono armeno Gevorg, Hakabyan dal canto sempre omogeneo, rotondo, e con una capacità attoriale che in questo ruolo è sovente decisiva. Bravissimo. Il soprano Alessandra Gioia (Abigaille), che si era risparmiata nell'anteprima, ha pure dato una prova soddisfacente con coloriture efficaci seppure con qualche forzatura. Di troppo.

Linea di canto morbida, omogenea, piena di sfumature, per il mezzosoprano Anna Pennisi (Fenena). Il giovane tenore Ivan Destefani (Ismaele) ha mezzi e personalità da vendere. Così come il basso coreano Simon Lim (Zaccaria). Nota a parte per il basso Alessio De Vecchis (Gran Sacerdote), prodotto del Coro Ventidio Basso, avvocato nella vita di tutti i giorni, ormai solista affermato, che sotto la guida del soprano Iano Tamar ha ottenuto significativi miglioramenti. Completavano il cast il soprano coreano Jinkyung Park (Anna) e il tenore, anche lui di casa, Carlo Assogna (Abdallo).

Il Coro Ventidio Basso, diretto dal maestro Giovanni Farina, ha fornito forse la sua migliore prestazione in assoluto eliminando anche alcune sfasature nei tempi mostrate in occasione dell'anteprima. I complimenti del maestro Pizzi dicono tutto. Una tavolozza di colori vocali sempre ben registrati e di grande effetto. La partecipazione a questa produzione, con la presenza di Pizzi, ha significato molto probabilmente un ulteriore affinamento i cui frutti si noteranno certamente anche in futuro.

E a suo merito resta il Progetto Lirica nelle Scuole, varato in occasione di questa produzione, che merita senza esitazione di essere confermato e sostenuto dalle istituzioni culturali cittadine e marchigiane. Giovedì e sabato prossimi, ore 21, l'opera sarà mesa in scena al Teatro dell'Aquila di Fermo e il 2 (20,30) e 4 (17) dicembre nel Teatro della Fortuna di Fano.