Ascoli - Incanta ed emoziona anche gli studenti (oltre 500) -
quasi tutti per la prima volta davanti ad un’opera lirica - l’anteprima del Nabucco di Giuseppe Verdi
nuova produzione della Rete Lirica delle Marche. Che Pier Luigi Pizzi, regista,
scenografo e costumista, fosse un genio era ben noto. Con questo Nabucco lo ha
dimostrato per l’ennesima volta. Anzi si può dire che più tempo passa (e sono
oltre 60 sulla scena) più Pizzi sa incarnare la concezione moderna della lirica
senza tempo.
Questo Nabucco, completamente scarnificato, lontanissimo
dall’oleografia tradizionale, dal punto di vista visivo e dei movimenti scenici
è stato un esempio di rigore e forza evocativa. Diciamo la verità. I mezzi a
disposizione di Pizzi erano modesti. Ma lui, da genio appunto, semplicemente
con una piattaforma di bianco accecante, un fondale altrettanto bianco, alcuni
oggetti simbolo (un candelabro, un trono, il segno di un tempio), ha incredibilmente
riempito la scena. Tanto che lo spettatore si è trovato difronte ad un
allestimento molto movimentato ed intenso, , grazie anche alle
luci e soprattutto ai sapienti movimenti dei personaggi.
La non scena? Ma chi
l’ha detto?. Il tutto facendo rimanere la rappresentazione nel solco del
classico senza, come accade spesso, debordare nel modernismo sguaiato e senza
senso. Genio Pizzi. La compagnia di canto, fatta tutta di giovani promettenti,
è stata complessivamente su un buon livello. Ha spiccato, su tutti, il baritono
armeno Gevorg Hakobyan, un Nabucco superbo, autorevole, pieno di sfumatore
vocali, sicuro in tutti i registri, interprete di grande spessore. Non in
serata di grande forma (ma l’anteprima, si sa, spesso viene affrontata dai
cantanti un po’ al risparmio) il soprano Alessandra Gioia (Abigaille). Molto
bene il tenore Ivan Destefani (Ismaele) di grandi mezzi e di sicuro avvenire.
Ordinata,
senza sbavature, il mezzosoprano Anna Pennisi
che è stata una Fenena molto intimista. Voce da vendere per lo Zaccaria
del coreano Simon Lim. Il Alessio De Vecchis, sfornato dal Coro
Ventidio Basso, ha fornito una prova maiuscola.
Sempre più sicuro nell’emissione e sul palcoscenico. Un Gran Sacerdote
perfetto. In Nabucco, naturalmente, il Coro è il principale interprete e il
Coro Ventidio Basso, diretto dal maestro Giovanni Farina - diventato anche un
beniamino degli studenti dopo i suoi incontri nelle scuole per portare il verbo
lirico - ha confermato la sua continua crescita.Energica, sicura, nel solco
della tradizione, con marcata fluidità, la direzione d’orchestra di Matteo
Beltrami ormai di casa nel Massimo ascolano e ben amalgamato con l’Orchestra
Filarmonica Marchigiana.
Ma il successo dell’allestimento vale doppio perché, alla valenza artistica
decisamente molto alta, si aggiunge quella del Progetto
realizzato con professionalità, passione, entusiasmo e anche sacrifici dal Coro
Ventidio Basso che ha trovato in Luciano Messi, deus ex machina della Rete
oltre che sovrintendente dello Sferisterio, la necessaria condivisione. Questo
Progetto, sposato naturalmente dal Comune, deve essere assolutamente ripetuto e
ampliato.
Solo così di costruiscono gli spettatori di domani. In sala c’erano gli studenti degli Isc Ascoli
Centro D’Azeglio, Luciani San Filippo, Borgo Solestà Cantalamessa, Monticelli
Don Giussani, Borgo Solestà Ceci, San Benedetto Sud e dell’Istituto
Professionale di Ascoli. In cinquecento e più hanno riempito il Ventidio Basso
dopo una prezioso lavoro a scuola merito degli insegnanti e del Coro. I
ragazzi, molto vocianti come comprensibile prima dell’inizio dell’opera, poi
hanno seguito con attenzione tutto lo spettacolo rimanendo rapiti dalla e dallo
snodarsi della storia, dai costumi (meravigliosi) e dai cantanti. Apoteosi
finale, dopo la valanga di applausi, il cantato insieme da
studenti, Coro e cantanti. E’ stato un momento commovente. Domani sabato, ore
20,30, debutto ufficiale. Biglietti ancora disponibili. Un consiglio: non perdetevi
questo Nabucco che riconcilia con la Lirica con la L maiuscola. Ed esorcizza,
diciamolo, la paura del terremoto.